Le fiamme, il fumo, quelli che sembrano spari ed esplosioni. Non sono per niente rassicuranti le immagini che arrivano dal carcere di Evin a Teheran, capitale dell’Iran. Caos scatenato da un grande incendio divampato nella serata di ieri nella struttura nota per essere il centro di detenzione dove vengono imprigionati oppositori politici, giornalisti e cittadini stranieri. È qui che sarebbe stata ristretta anche Alessia Piperno, la 30enne romana travel blogger arrestata a fine settembre.

Le autorità hanno fatto sapere già sabato sera che il caos era rientrato anche se dopo gli annunci diversi testimoni hanno raccontato di una situazione tutt’altro che risolta. Circolano sui social video che mostrano una densa colonna di fumo nero uscire da uno degli edifici della prigione. Secondo l’agenzia di stampa di stato iraniana, IRNA, un gruppo di detenuti avrebbe dato fuoco a un deposito di vestiti nella sezione 7 del carcere.

Un’altra ipotesi collega l’accaduto alle proteste che nell’ultimo mese stanno infiammando l’Iran: le manifestazioni causate dalla morte della 22enne Mahsa Amini, arrestata perché non indossava correttamente il velo e morta mentre era in detenzione, sono partite dal Kurdistan iraniano e si sono diffuse in tutto il Paese causando morti, feriti e arresti. Centinaia di persone fermate in quelle proteste sono state ristrette proprio a Evin secondo BBC.

Sarebbero state otto le persone ferite nell’incendio secondo l’IRNA. I detenuti che avrebbero causato il rogo sarebbero stati divisi dagli altri detenuti. L’ong basata a Oslo, Iran Human Right, ha dichiarato ieri che “il fuoco si sta espandendo nel carcere” e che “è stata udita un’esplosione”. In alcuni video diffusi sul social 1500tasvir si sentono persone urlare “morte al dittatore, morte a Khameini”, la guida suprema della Repubblica Islamica. I testimoni hanno detto di aver sentito spari e gruppi di persone radunati nei pressi della prigione urlando slogan.

La polizia avrebbe sparato gas lacrimogeni anche contro le famiglie degli attivisti e degli studenti che sono stati arrestati durante le proteste che dalla morte della giovane Mahsa Amini attraversano il paese, e che si erano radunate intorno alla prigione e ha bloccato le strade di accesso al carcere. Il Dipartimento di Stato statunitense ha dichiarato che l’Iran è responsabile della sicurezza degli americani detenuti nella prigione di Evin.

“L’Iran è pienamente responsabile della sicurezza dei nostri cittadini detenuti ingiustamente, che dovrebbero essere rilasciati immediatamente”, ha twittato il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, aggiungendo che Washington stava seguendo i rapporti sull’incidente “con urgenza”. Il presidente Joe Biden, commentando la situazione, ha detto che la rivolta è scoppiata perché il “governo iraniano è opprimente”. “Ho un enorme rispetto per le persone che manifestano nelle strade”, ha detto Biden, parlando con i giornalisti al seguito in Oregon.

 

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.