Sedici stagioni alla Lazio e il titolo di giocatore con il maggior numero di presenze (427). Stefan Radu è rimasto indissolubilmente legato ai biancocelesti, tanto da continuare a seguire la squadra anche tra i tifosi. Lo aveva fatto in Champions League, in occasione della trasferta contro il Bayern Monaco valevole per gli ottavi di finale, e ha fatto altrettanto quest’oggi in Roma-Lazio, seguendo il derby direttamente in Curva Nord. Sciarpa, berretto e felpa con su scritto “Ultras Lazio”. Ma dalle foto che lo ritraggono non è sfuggita la personalizzazione della scritta SS Lazio, con le due prime lettere sigla della Società Sportiva, volutamente stilizzate in armonia con le due dell’organizzazione paramilitare del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori.

Il precedente del saluto romano

Nei tanti anni alla Lazio non è la prima volta che Radu cade in simili polemiche. Nel 2012 venne prosciolto dalla Commissione disciplinare nazionale per un saluto romano rivolto verso la curva nord durante i festeggiamenti di una vittoria contro il Napoli. All’epoca dei fatti la difesa del giocatore passò tramite il legale della società: “Radu non sa nemmeno cosa sia il saluto fascista”.

Adidas cancella il numero 44

Soltanto pochi giorni fa invece un episodio simile era finito al centro delle polemiche. Adidas, sponsor tecnico della Nazionale Tedesca di calcio, subito dopo aver presentato le nuove maglie che verranno indossate in occasione di Euro 2024, ha vietato ai tifosi di personalizzare la maglia con il 44, il cui font particolare richiama chiara somiglianza con il simbolo utilizzato dalle ‘Schutzstaffel’.

“Noi come azienda ci impegniamo a opporci alla xenofobia, all’antisemitismo, alla violenza e all’odio in ogni forma”, aveva detto il portavoce del brand sportivo Oliver Brueggen – negando ogni forma di intenzionalità nel ricreare un paragone con i simboli nazisti. Concezione, a Roma, ancora difficile da estirpare.

Redazione

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