È stato questo il giorno del Pride, lungo le vie della Capitale, l’evento più atteso dalla comunità raimbow, preceduto da lunghe polemiche, culminate, quest’anno, col ritiro del patrocinio da parte della Regione Lazio. È stato il giorno dei colori arcobaleno, dell’orgoglio, della festa annuale in nome dei diritti della comunità LGBTQI+.

Ampia la partecipazione: sono state migliaia le persone presenti in piazza della Repubblica, da dove è partito il corteo con i carri dell’edizione 2023, intitolata “Queeresistenza”.

Dieci carri che si sono sono attestati tra l’Esedra capitolina e via delle Terme di Diocleziano, il cui percorso è terminato a piazza della Madonna di Loreto. In piazza sono stati presenti, con un proprio carro, la CGIL, +Europa con Emma Bonino, Benedetto della Vedova, Riccardo Magi e ancora l’Anpi e il gruppo regionale del PD Lazio col vicepresidente della Pisana, Daniele Leodori, il capogruppo Mario Ciarla, le consigliere Emanuela Droghei e Michela Califano, la deputata del M5s, Alessandra Maiorino, il consigliere regionale del Lazio, Valerio Novelli e quello capitolino Paolo Ferrara. “Orgoglio libero tutti” è il cartello posto sul carro di testa del corteo.

Il campo riformista ha visto la presenza, nel corteo, di Maria Elena Boschi, parlamentare del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe, accompagnata dal direttore del nostro sito web, Alessio De Giorgi. Accanto a loro anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.

“Come deputata di Roma era fondamentale essere qui oggi soprattutto nel momento in cui la Regione ha ritirato il patrocinio al Pride. Io, come rappresentante delle istituzioni, ho voluto esserci per dire che le persone che qui manifestano allegramente ci sono, fanno parte del nostro Stato, non sono cittadini di serie b e hanno bisogno del nostro appoggio”, ha affermato Maria Elena Boschi, rispondendo ai cronisti poco prima della partenza del corteo del Roma Pride. “Se c’è una legge sulle unioni civili – ha aggiunto Boschi – lo si deve al Governo Renzi che ha avuto il coraggio di mettere la fiducia su quella legge e approvarla. C’è però ancora molto da fare sul tema dei diritti, sul piano educativo“.

Redazione

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