L'evento
Roma si gode i frutti della Ryder Cup: il lustro per la città, e la gioia degli albergatori
Per la Capitale la manifestazione significa beneficiare anche per il futuro di realizzazioni importanti, sul piano logistico e infrastrutturale, con opere realizzate in tempi rapidi e in alcuni casi bloccate da oltre 15 anni

Per capire cos’è la Ryder Cup, basta andare a cercare i pochi secondi in cui Francesco Molinari (uno dei più grandi golfisti italiani di sempre) domenica ha parlato ai microfoni di Sky: “È la prima volta che piango su un campo da golf, in tutta la mia vita, non riesco a dire tre parole senza mettermi a piangere”. Perché la Ryder è solo la terza competizione sportiva più seguita al mondo dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio; ciò più rende magica questa sfida tra Europa (l’Europa geografica, quella che va oltre le divisioni tra i governanti dei singoli Paesi e delle istituzioni europee) e Stati Uniti è il suo straordinario portato storico.
Quasi un secolo di vita, 44 edizioni, solo tre volte disputata sul territorio continentale quando la competizione veniva organizzata in Europea (la Ryder si gioca ogni due anni e viene organizzata alternativamente da una sponda o l’altra dell’Atlantico), perché solitamente a farla da padrone erano le isole britanniche. Le lacrime di Francesco Molinari, che una Ryder l’ha vinta da giocatore nel 2018 e che questa volta era impegnato ‘solo’ nella veste di vice capitano non giocatore, riassumono tutto questo.E indubbiamente c’è anche l’orgoglio di appartenere a un Paese, l’Italia, che contro tutte le previsioni e le polemiche, ha saputo farsi trovare pronto a appuntamento e finalmente portato alla ribalta uno sport che ogni giorno è limitato dagli stereotipi che vi ruotano attorno: la maggior parte dei quali sono spesso infondati.
La prima Ryder Cup giocata in Italia (chissà quanto dovremo attendere per la prossima) presenta un bilancio tutto in positivo in termini sportivi, per la gestione dell’evento al “Marco Simone Golf & Country club” e per la visibilità impagabile che ha assicurato all’Italia e a Roma. Per una città che qualche anno fa ha rinunciato clamorosamente alla candidatura ad ospitare lo Olimpiadi del 2024 (che si terranno a Parigi), è una piccola rivincita che conferma la bontà della scelta compiuta dai governi Renzi e Gentiloni. Ed è la dimostrazione che quando crediamo nei nostri mezzi e scegliamo persone capaci per gestire queste manifestazioni, non siamo secondi a nessuno.
Uno di questi è sicuramente Gian Paolo Montali, direttore generale del progetto Ryder Cup 2023: “Per un Paese come il nostro, che non ha un profilo golfistico – ha ricordato ieri a Radio 1 -, parlare di Ryder Cup fino a qualche anno fa era veramente una chimera, era come convincere le persone che sarebbe arrivato a Roma un evento del quale nessuno riusciva a capire la grandezza”. Brindano anche gli albergatori, che chiedono alle istituzioni di continuare sulla linea dei grandi eventi. Bernabò Bocca, presidente nazionale di Federalberghi: “Abbiamo visto una Roma scintillante in questi giorni di Ryder Cup, un evento poco considerato in Italia ma che è il secondo al mondo dopo le Olimpiadi, e dispiace vederlo relegato in ventesima pagina. Il ritorno di immagine che ne abbiamo sui giornali internazionali è molto importante”.
Per Roma questa manifestazione significa beneficiare anche per il futuro di realizzazioni importanti, anche sul piano logistico e infrastrutturale, con opere realizzate in tempi rapidi e in alcuni casi bloccate da oltre 15 anni.
Il voto positivo incassato anche a livello internazionale per la capacità organizzativa dimostrata in occasione del grande evento golfistico, è una carta in più nelle mani dell’Italia per puntare al prossimo grosso obiettivo, incassare l’onere di ospitare l’Expo del 2030. Non sarà semplice, ma questa tappa era un banco di prova importante, che si può dire ampiamente superato.
Mentre all’orizzonte già si intravede quelle che il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in preda a un giustificato entusiasmo dopo il successo della Ryder, ha definito “le Olimpiadi più belle di sempre”. Saranno quelle del 2026 a Milano e Cortina. Ci sarà tempo per parlarne, ma per adesso godiamoci il successo della ‘nostra’ Ryder e facciamo che l’eredità che ci lascia venga valorizzata per diffondere il golf come sport alla portata di tutti.
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