L'installazione "Rainbow" non trova pace
Roma, vandalizzato l’arcobaleno Lgbt nella fermata metro Colosseo. Marrazzo: “Scena non da Paese civile”

Ennesimo episodio di omotransfobia ai danni dell’installazione che Netflix, in occasione del Pride Month, aveva portato nella stazione Colosseo della linea della metro B della Capitale. A poche ore dalla discussione in Senato della legge Zan, il cui iter prosegue oggi alle 16.30 a palazzo Madama e che si preannuncia una vera e propria guerriglia parlamentare, Fabrizio Marrazzo Candidato Sindaco di Roma e portavoce nazionale Partito Gay ha denunciato l’atto vandalico. “Con i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia alcuni ragazzi, molti giovani – dichiara il candidato sindaco – hanno vandalizzato i simboli Rainbow della metro Colosseo messi da Netflix per il mese del Pride a sostegno della nostra comunità Lgbt+ (Lesbica, Gay, Bisex e Trans)”. Un’azione violenta quindi non da attribuire esclusivamente a un atto contro il bene comune, come tanti se ne sono visti nella notte dei festeggiamenti, “questo gesto di strappare le decorazioni Rainbow e buttarle sui binari – prosegue Marrazzo – è un gesto molto aggressivo, alla pari di bruciare una bandiera di una nazione per cancellarne l’identità, scene che in Paesi civili non dovrebbero vedersi“. Poi l’appello alle istituzioni e alla municipalizzata dei trasporti capitolina: “Chiediamo alla società Atac che gestisce le metro di Roma di recuperare i video e fornirli alle autorità competenti. Ma riteniamo importante ribadire che questi episodi come le aggressioni vanno combattuti prevenendo l’odio”, ed infine l’appello al mondo della politica nel giorno della discussione in aula della legge, “purtroppo il testo del ddl Zan che dovrebbe essere contro le discriminazioni con l’Art. 7 di fatto blocca ogni prevenzione contro l’omotransfobia nelle scuole, arrestando così la lotta all’omotransbifobia che le associazioni con fatica cercano di fare da anni. Nel nostro programma per il Comune di Roma – conclude – è prioritaria la lotta all’omotransfobia partendo dalle scuole”.
Il precedente era avvenuto sempre ai danni della stessa installazione ad appena 48 ore dall’inaugurazione, sempre ad opera di Netflix che aveva tinto di arcobaleno la parete della metro Colosseo. Un gesto omaggio alla comunità Lgbt+ della Capitale che Netflix aveva promosso già anni fa, a Milano per la metro di Porta Venezia. La stazione metro Colosseo era stata scelta e votata dalla comunità in un sondaggio dell’associazione Gay Center come la metro preferita su cui fare l’iniziativa avendo sin da subito vita breve. In quell’occasione l’accaduto era stato denunciato da Pietro Turano Portavoce del gay Center: “Un gesto che manifesta quanta violenza e odio sia presente nei confronti delle persone LGBT” ha dichiarato su social Turano che poi ha aggiunto, “è infatti solo la punta di un iceberg delle violenze che quotidianamente le persone Lgbt subiscono”, come era stata devastata la panchina arcobaleno nel quartiere di Montesacro appena due settimane prima.
Oggi è il ddl Zan day, tra poche ore cominceranno i lavori per la legge contro omo-bi-lesbo-transfobia, misoginia e abilismo. Otto mesi dopo il voto della Camera, il ddl è infatti in discussione a Palazzo Madama. Senza intesa in maggioranza si rischia però un ulteriore rinvio. Pd, Leu e M5S contro l’eventuale differimento cui tende invece il fronte del no, con Lega e Forza Italia in testa. Uno dei rischi è quello dei franchi tiratori, ovvero chi approfitta del voto a scrutinio segreto per non seguire le indicazioni del proprio partito. Potrebbero essercene 6 o 7 tra le fila del Pd e un numero simile fra i 5stelle. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha dichiarato: “Con un accordo, la legge Zan verrebbe approvata in Senato in due giorni. Vogliamo portarla a casa o vogliamo fare una battaglia di principio? Perché se si vuole trovare un accordo lo si fa, se si vuole andare alla conta dei voti per far contenti quelli che vogliono la bandierina, tenete la bandierina, ma se poi si va sotto sapete di chi è la colpa”.
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