Rubò cibo per cinque euro, senzatetto finisce in carcere dopo diciassette anni: sconterà due mesi per fame

Giustizia ritardata è giustizia negata, diceva Montesquieu. E lo si sa bene che quella italiana è una giustizia lumaca, una lumaca che però ferisce a morte i cittadini che incontra lungo il suo cammino. Ed è successo ancora, se  di giustizia in questo caso si può parlare. Questa volta la vittima è un uomo di 55 anni, un senzatetto, che ora finirà in prigione per aver rubato, ben diciassette anni fa, 5 euro di cibo. Sì. avete letto bene i numeri: 5 euro, 17 anni fa. E ora dovrà pagare con il carcere, il criminale senza scrupoli che si macchiò dell’atroce delitto finirà in gattabuia a Bologna. Il reato, gravissimo, si consumò a Firenze mentre il senzatetto era in struttura per homeless.

Volete sapere quanto dovrà rimanere in una cella? Due mesi. Due mesi per cinque euro, due mesi per fame. L’assurda vicenda è stata ricostruita questa mattina dal giornale il Carlino e dalla Nazione. A suo tempo, era il novembre del 2006, l’uomo venne bloccato e poi denunciato per il tentato furto di pochi alimenti che vennero pure recuperati. Gli venne riconosciuta l’attenuante della lieve entità, la procura di Firenze chiese il rinvio a giudizio.

Ebbene, ci furono i processi con la condanna, anche in appello, a due mesi. Quando la sentenza è diventata definitiva, nessuno però ha chiesto per lui una misura alternativa alla detenzione in carcere, richiesta che di solito fa il difensore, un legale d’ufficio in caso non ci sia l’avvocato di fiducia. L’avvocato d’ufficio, però, al tempo si è dimenticato di chiedere la sospensione della pena. E quindi due giorni fa i carabinieri hanno rintracciato il 55enne in una struttura di accoglienza per senza fissa dimora a Bologna e lo hanno portato al carcere di Dozza.

Ma vi pare normale? Ma parliamo di uno Stato di diritto o di Polizia? Ma vi sembra questa una giustizia giusta? Ci manca solo che gli taglino le mani come si faceva nel Medioevo quando un ragazzino rubava una mela. È la storia di chi vive ai margini della società, di chi è invisibile agli occhi degli altri, di chi viene dimenticato prima, dopo e durante. Sempre. È una storia che fa venire i brividi per la non umanità. La legge va applicata, certo, ma l’idea dell’interpretazione della legge “secondo buonsenso”, com’è noto, nacque dall’intimo e puro convincimento che l’uomo sia per sua natura buono e giusto, e sappia perciò discernere ciò che è lecito e ciò che non lo è. Convincimento evidentemente sbagliato.