Nel Sì&No del giorno spazio al dibattito sportivo sull’esonero di Rudi Garcia. Giusto sollevarlo dall’incarico dopo il deludente avvio del Napoli Campione d’Italia? Diego Scarpitti sostiene le ragioni del sì; di contrario avviso Salvatore Castiglione.

Qui il commento di Diego Scarpitti.

Via al referendum. Con le ragioni del sì. All’ombra del Vesuvio è scattata una consultazione popolare sul modello dell’articolo 75 della Costituzione. Materia non solo per costituzionalisti, ma anche per quanti (molti in verità) propendono per la fine del rapporto (anticipato) tra il tecnico francese Rudi Garcia e il Napoli campione d’Italia in carica. Il clima, ormai, è da separati in casa. Il presidente Aurelio De Laurentiis ha accordato all’allenatore transalpino fiducia pro tempore, in cerca di un valido sostituto. Una alternativa che possa dare garanzie e soddisfare al contempo la piazza esigente. E rinsaldare lo spogliatoio, che visto almeno dall’esterno appare spaesato. “Un momento no”, la formula cortese usata non a caso dal patron azzurro per sintetizzare il dato momento. Il terzo scudetto vinto in largo anticipo con Luciano Spalletti appare già un lontano ricordo, dopo aver polverizzato la concorrenza e disintegrato gli avversari. Può aiutare la sosta a ponderare bene la scelta da effettuare. Con una gestione riflessiva, oculata e non avventata, tipica di ADL. “Ogni decisione affrettata è sbagliata”, ha tenuto a precisare l’imprenditore della Filmauro. Ben sapendo che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Terzo principio della Dinamica. Che applicato al calcio come nella vita vuol dire parecchio.

Nei fatti Garcia è delegittimato. L’intesa è venuta meno, considerati i risultati deludenti in campionato. Più ombre che luci. Incidono i punti persi: i due pareggi esterni contro Genoa (2-2) e Bologna (0-0). Settembre e ottobre sono iniziati rispettivamente con due sconfitte allo stadio Diego Armando Maradona contro la Lazio dell’ex Maurizio Sarri (1-2), che aveva già violato l’arena di Fuorigrotta il 3 marzo 2023, e contro il Real Madrid (2-3) dell’altro ex Carlo Ancelotti. Senza dimenticare la cocente debacle contro la Fiorentina (1-3) di Vincenzo Italiano, che pure era stato corteggiato per succedere a Big Luciano. Brucia ritrovarsi al quinto posto dopo otto giornate e con un distacco di sette lunghezze dal Milan capolista, a cinque punti dall’Inter, alle spalle della Juventus e dei viola. Altra nota dolente i cambi non condivisi dai giocatori. Modalità che hanno contrariato il georgiano Khvicha Kvaratskhelia, il nigeriano Victor Osimhen e Matteo Politano. Uomo della Provvidenza cercasi.

“Non ho paura di niente, tranne che dei problemi di salute”, aveva dichiarato Garcia nel giorno della sua presentazione a Capodimonte. E ancora: “Io sono qui per vincere”. Si era mostrato ambizioso ed entusiasta, deciso e sorridente in quel lunedì 19 giugno nel Salone delle Feste. Il vento è cambiato. L’idillio con l’allenatore di Nemours si è rotto. Siamo ai titoli di coda. Serve individuare un profilo adeguato, un nome di spessore e sondare la disponibilità in tempi utili. Dilemma successione, considerato che Garcia non ha entusiasmato per gioco, carattere e personalità. De Laurentiis prova a dare la scossa, a suonare la carica. Impossibile allora la coesistenza con il 59enne ex della Roma. Era sbarcato nell’urbe di Partenope per “portare in alto in Europa i colori del Napoli e di proseguire ad alti livelli in campionato“. Missione fallita, operazione naufragata. Antonio Conte dice di preferire la famiglia. E allora a chi rivolgersi? Il nome suggestivo conduce al Pallone d’Oro e allo scugnizzo della Loggetta Fabio Cannavaro. Chissà. Indiscrezioni, rumors, fantasticherie.

I tifosi chiedono la svolta. C’è un sogno nel cuore da difendere insieme. E allora via al nuovo corso, meglio alla nuova era. Con un dubbio di fondo. “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Tancredi docet. Reminiscenze de Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Sarà nuovamente Aurelio De Laurentiis a sorprendere tutti con un colpo cinematografico. Nel suo stile, per il bene del Napoli. Per salvare una stagione iniziata diversamente dalle attese. Con un finale ancora tutto da scrivere.

Diego Scarpitti

Autore

Giornalista Sportivo