Eppur si muove. Il Pd, sotto la coltre delle vacanze di fine anno, dà qualche segnale di vita. Il ritorno di Paolo Gentiloni, la convocazione dei riformisti di Libertà Eguale a Orvieto, il convegno milanese con Romano Prodi e Ernesto Maria Ruffini sono tutti pezzi di un puzzle che si va componendo. E che non piace affatto a Elly Schlein.

Sogghigna Matteo Renzi: «La storia del federatore, il Papa straniero… Vedo in atto i soliti giochini delle correnti Pd per fare le scarpe alla Schlein», però stavolta il calendario ci parla non di un singolo evento ma di una organizzazione che concatena due appuntamenti, uno dei cattolici dem, l’altro di Libertà Eguale. È il sintomo che qualcosa si muove nella galassia delle correnti interne al Partito Democratico. E, forse, che la pax interna di cui ha goduto Elly Schlein fino ad ora comincia a scricchiolare. Gli occhi sono puntati sulla figura di Ernesto Maria Ruffini, federatore in pectore di un rassemblement cattolico.

Proprio Ruffini parteciperà al convegno “Creare legami, guarire la democrazia” in programma a Milano il 18 gennaio e promosso dal senatore dem Graziano Delrio assieme ad altri nomi del partito come Pierluigi Castagnetti, Silvia Costa e Stefano Lepri. Il 18 a Milano si ritroveranno tutti sotto la denominazione “Comunita’ Democratica” che campeggia in alto a destra, sulla locandina che presenta l’evento. Una ‘firma’, come anche il carattere corsivo sembra suggerire. Qualcosa di più, dunque, dell’annuale convegno dei cattodem: lo scorso anno, a dicembre, una iniziativa analoga richiamò, oltre a Castagnetti e Lepri, anche Dario Franceschini. A prendervi parte, come ospite, la segretaria Elly Schlein, che si era precipitata a blandire: «Senza il contributo dei cattolici democratici non esisterebbe il Partito democratico e la nostra straordinaria comunità, così come non esisterebbe la Costituzione. Questa è e continuerà a essere la casa di questa straordinaria cultura politica», furono allora le parole della leader dem.

Nelle intenzioni dei promotori c’è quella di restituire dignità e forza al mondo cattolico dentro e fuori il Pd. A scorrere i nomi dei partecipanti, da Paolo Ciani a Lorenzo Guerini, sembra ci si rivolga di più all’interno del partito. Il nome più ‘esterno’ è quello della presidente umbra Stefania Proietti, esponente civica eletta con il centrosinistra. Ed ancora studiosi e professori come Elena Granata, vicepresidente della Scuola di Economia Civile. Nella stessa giornata, nel cuore geografico d’Italia, i liberal vicini al Pd si ritroveranno con Paolo Gentiloni. «Il 18 e 19 gennaio ci ritroveremo a Orvieto con l’associazione Libertà Eguale sul tema generale Idee per una sinistra di Governo. Cosa dobbiamo, cosa vogliamo, cosa possiamo fare.

Ci rivolgiamo, come sempre, all’intero centrosinistra per far maturare una moderna cultura liberale di Governo nell’orizzonte segnato dal conflitto tra democrazie e autocrazie», dichiara Stefano Ceccanti vice-presidente dell’Associazione. Sono previsti, tra la relazione iniziale di Claudia Mancina, l’intervento di Michele Salvati e le conclusioni del Presidente Enrico Morando alcuni focus particolari, tra cui un’intervista di Giorgio Tonini a Paolo Gentiloni, momento considerato giornalisticamente il clou dell’evento. Previsto anche un focus sullo stato delle istituzioni a partire dal libro sulla presidenza Napolitano “Presidente di tutti” di Giovanni Matteoli presieduto da Emilia Patta con l’autore, Stefano Ceccanti, Francesco Clementi, Carlo Fusaro.

«E’ evidente a tutti che istituzioni non compiutamente e non coerentemente riformate non stanno ferme, immobili . dichiara Ceccanti – ma vedono peggiorare il proprio rendimento. Si può affrontare seriamente una gestione dell’autonomia dopo la sentenza della Corte senza un Senato delle Regioni? Si possono ridurre i decreti senza una data certa per i disegni di legge del governo? Si può intervenire sulla forma di governo senza chiarezza sul bicameralismo, sul voto estero, sull’avvicinamento tra singoli eletti ed elettori, sulle forme di ballottaggio? Le istituzioni non possono essere trattate come una qualsiasi materia che veda per forza lo scontro tra maggioranza e opposizione». Il Pd, il cui gruppo di vertice somiglia sempre più a un fortilizio assediato, come reagirà? Cercando la via del dialogo, aprendosi, o rafforzando le difese e chiudendosi a riccio? Per il centrosinistra si apre certamente un anno di fibrillazione. Ma anno nuovo, vita nuova…

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.