Lo Zoosafari di Fasano: "Accogliamo noi Jj4-Gaia"
Runner ucciso, la lezione della madre: “Abbattere l’orso non mi ridarà indietro Andrea, la colpa è di chi gestisce”
“Voglio chiarire una cosa: la colpa non è di mio figlio e neanche dell’orsa. La colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha diretto, nel tempo, il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano”. Sono le parole che Franca Ghirardini, la madre di Andrea Papi, il 26enne di Caldes attaccato e ucciso la scorsa settimana da un’orsa mentre faceva una seduta di running sul monte Peller, affida in una lettera agli avvocati della famiglia Marcello Paiar e Mauro Cravotto.
Il giorno dopo i funerali, a cui hanno partecipato migliaia di persone, la donna sottolinea che “l’abbattimento dell’orso non mi ridarà Andrea“. “come madre non posso accettare una morte così orribile” ma “la gestione di questo progetto man mano nel tempo è diventata sempre più incauta e inadeguata e non ha tenuto conto e valutato la crescita del numero degli orsi e della popolazione. Per la mancanza di tutela e prevenzione ci devono dei responsabili che non possono passarla liscia”.
Franca Ghirardini chiede “a tutti i Comuni del Trentino e alle amministrazioni di starci vicino, come atto dovuto, perché Andrea potrebbe essere stato l’Andrea di tutti, di tutte le comunità, il figlio di tutti. Mi auguro che il governo, lo Stato, il presidente del Consiglio ci aiutino e raccolgano questo che è l’urlo di dolore di una madre”. Anche il papà, Carlo Papi, si è rivolto nei confronti di coloro che non hanno fatto nulla per evitare questa tragedia: “Chi ha la responsabilità di quanto accaduto non può dormire sonni sereni, mi rivolgo a qualcuno qui dentro: se qualcuno ha fatto degli errori, per cortesia, faccia un passo indietro, si tolga la corona e dica ‘Mea culpa’”.
Parole che arrivano dopo che è partita nei boschi la caccia all’orsa Jj4, nota anche come Gaia, per abbatterla. Si tratta di un esemplare di 17 anni nato in Trentino Alto Adige da due orsi provenienti dalla Slovenia, Joze e Jurka, rilasciati tra il 2000 e il 2001, nell’ambito del progetto Life Ursus. Jj4-Gaia era stata dotata di radiocollare che tuttavia al momento è scarico e non trasmette più i dati relativi agli spostamenti dell’esemplare. Armati di fucile, i forestali portano avanti le attività di monitoraggio nonostante il maltempo delle ultime ore.
Intanto lo Zoosafari di Fasano si schiera contro l’abbattimento di Jj4. Gli amministratori della struttura, in una nota, si dichiarano pronti ad accogliere l’animale in Puglia. Esprimendo cordoglio alla famiglia della vittima, i responsabili dello Zoosafari fanno sapere che “non condividendo l’opzione dell’abbattimento” sono disponibili “qualora necessario, ad accogliere l’orsa, eventualmente realizzando un’apposita struttura ex novo, sentite le autorità competenti”.
Anche l’associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) ha inviato una lettera al ministero dell’Ambiente con la quale chiede al ministro Gilberto Pichetto Fratin di sospendere l’abbattimento dell’orsa JJ4 e degli altri orsi definiti problematici e di aprire un tavolo di confronto con gli esperti. “Abbiamo inviato una lettera al ministro Fratin per chiedere l’immediato congelamento dei provvedimenti di abbattimento degli orsi firmati dal presidente della Provincia di Trento, perché, a quanto pare, Jj4 starebbe accudendo cuccioli partoriti ad inizio del 2022”, scrivono gli animalisti in una nota, auspicando la convocazione di un tavolo tecnico che “abbia lo scopo, non solo di salvare gli orsi, ma anche di realizzare programmi per educare alla convivenza tra uomo e animali selvatici”.
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