La decisione per aiutare Putin
Russia, il premier Medvedev e il governo si dimettono in blocco

Il governo della Federazione Russa, presieduto da Dmitry Medvedev, ha rassegnato le proprie dimissioni nel giorno del discorso del presidente Vladimir Putin all’Assemblea Federale. Il primo ministro russo ha dichiarato che il Governo della Federazione Russa rassegna in blocco le proprie dimissioni e rimette i propri incarichi istituzionali. A riportarlo è l’agenzia di stampa russa Tass.
Il presidente russo incontrerà uno ad uno i ministri, ai quali per il momento ha chiesto di continuare a svolgere i propri compiti secondo l’agenda corrente. Infatti secondo quanto riportano le agenzie di stampa russe, Putin nominerà Medvedev come vice nel Consiglio di sicurezza presidenziale. Putin ha ringraziato Medvedev per il suo lavoro, aggiungendo però che “non tutto è riuscito”. Infatti ha chiesto al governo dimissionario di continuare a lavorare finché non sarà formato il nuovo esecutivo. Le agenzie di stampa russe hanno affermato che il Presidente ha osservato che Medvedev e il governo non ha raggiunto nessuno degli obiettivi prefissati. “Da parte mia – ha detto Putin nel corso di una riunione del Consiglio dei ministri – voglio anche ringraziarvi per tutto ciò che è stato fatto in questa fase del nostro lavoro congiunto, voglio esprimere soddisfazione per i risultati che sono stati ottenuti”.
IL DISCORSO DI PUTIN – Il discorso annuale del presidente Vladimir Putin alla nazione davanti alle Camere riunite, avrebbe visto come punto fondamentale la proposta di un referendum per riformare la Costituzione e dare al Parlamento il potere di scegliere il primo ministro russo. Questo ha riacceso le speculazioni sul futuro del Cremlino una volta terminato l’attuale e ultimo mandato presidenziale nel 2024. Putin ha detto di “ritenere necessario il voto dei cittadini su un intero pacchetto di proposte di emendamenti alla Costituzione”. Ciò comporterebbe che il potere di confermare la candidatura del premier del Paese, nonché di altri alti esponenti istituzionali spetterebbe ai deputati della Duma, la Camera bassa del Parlamento, e non più al presidente. Come ha spiegato Putin, “il presidente sarebbe obbligato a nominarli. Non potrebbe rifiutare le candidature confermate dal Parlamento”. Al capo dello Stato resterebbe il potere di nominare i vertici di difesa e sicurezza.
LE DICHIARAZIONI – Il premier russo Medvedev, parlando con Putin, ha detto di ritenere “giusto, sulla scia delle proposte di modifica della costituzione, che il governo rassegni le dimissioni”. Il primo ministro ha dichiarato che “dopo l’adozione di tali emendamenti (e si è detto che è probabile che ciò avvenga dopo un dibattito) si avranno cambiamenti significativi non solo in una varietà di articoli costituzionali, ma nell’equilibrio del potere, in particolare in quello esecutivo, legislativo e rami del potere giudiziario”. “In questo contesto, è evidente che noi, in quanto governo della Federazione Russa, dovremmo offrire al presidente del nostro Paese l’opportunità di prendere tutte le decisioni necessarie in queste condizioni. Credo sia giusto che il governo della Federazione Russa si dimetta in conformità con l’articolo 117 della Costituzione russa”, ha aggiunto Medvedev.
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