” Trump ha fatto una scemità ad uccidere un grande generale come Soleimani”. Sono queste le parole rilasciate da Saeid Haselpour, l’iraniano che vive a Napoli. Saeid è scappato dall’Iran 8 anni fa e ha trovato rifugio a Napoli dove ha chiesto e ottenuto l’asilo politico. Nel suo Paese aveva dei problemi, voleva cominciare un’altra vita e rinascere per realizzare i suoi sogni. Il suo sogno lo ha realizzato nel capoluogo campano, dove ha aperto un ristorante nel cuore del centro storico. Oggi è il presidente di Tobilì, una cooperativa sociale a cui ha dato vita Less Impresa Sociale Onlus e con la cooperativa gestisce il ristorante “Meikhane”.

“Stamattina ho saputo che i voli per andare in Iran e in Iraq sono sospesi e non si può partire, dopo 8 anni ho fatto in tempo a portare qui in Italia mia mamma”, racconta Saeid, “Il generale Soleimani era molto importante per me ma anche per tutti gli iraniani che stanno malissimo perché era un pezzo di cuore. Era una persona molto potente, una persona che aveva molto coraggio a combattere l’Isis, Israele e l’America. Oggi che lo abbiamo perso, ho sentito la mia famiglia e sono molto preoccupati e stressati”. Sono giorni infuocati quelli che caratterizzano non soltanto l’Iran ma l’intero scenario mondiale. Dopo il raid americano a Baghdad dove ha perso la vita il generale iraniano Qassem Soleimani, è susseguita una mobilitazione internazionale che ha fatto presagire delle tensioni irreversibili. Una serie di botta e risposta tra Iran e Stati Uniti che si presuppone sia soltanto l’inizio. L’ultima notizia è quella che riguarda l’operazione “Soleimani Martire”, in cui una salva di missili balistici  sono stati lanciati contro basi militari irachene che ospitano truppe americane mietendo 80 vittime. Sulla scia degli eventi si prevede una serie di contraccolpi, anche se è nell’interesse collettivo procedere verso una de-escalation. Come sottolinea Saeid: “Noi persiani siamo sempre molto forti e coraggiosi, non abbiamo paura di nessuno. Ma siamo contro la guerra, questa scemità fatta da Trump porta solo morte di civili, per cosa? Per i soldi e il petrolio? La cosa più importante per me oggi è la pace.”

IL RISTORANTE DI SAEID – “In persiano Meikhane vuol dire osteria – racconta Saeid – è un tipo di locale dove si va per bere un bicchiere di vino, mangiare qualcosa tipo tapas e fare due chiacchiere in amicizia”. A pranzo ci sono alcuni piatti principali, poi a cena è il momento delle tapas: 8 portate di piatti tipici iraniani uniti alla tradizione della cucina napoletana. A dirla alla maniera modaiola si tratta di “cucina fusion”, ma di fatto si tratta di integrazione a tavola. Gusti orientali si mescolano abilmente con quelli caserecci napoletani grazie all’inventiva dello Chef Andrea Di Martino che ha deciso di aderire al progetto. Li assaggi e ti accorgi che in un solo piatto l’integrazione tra italiani e stranieri è cosa fatta.

LA COOPERATIVA SOCIALE – Tobilì nasce nel 2016 come startup creata da migranti e italiani con la passione per la cucina. Piatti etnici diventano strumento di mediazione interculturale e sono l’occasione per svolgere numerosi attività tra cui la gestione di un laboratorio di preparazione di cibi etnici, l’offerta di servizi di catering etnico, l’organizzazione di corsi di cucina per la preparazione di piatti tipici dei paesi dell’Africa e del Medioriente, lo svolgimento di iniziative di promozione del dialogo interculturale attraverso la tradizione culinaria di diversi paesi. È formata in maggioranza da giovani migranti richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e costituisce una prassi di autoimprenditorialità replicabile come strumento di integrazione economica e sociale dei migranti. L’attività sin ora ha coinvolto con successo già 50 ragazzi italiani e stranieri.

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