Chi non crede alle coincidenze, ha materia per riflettere. Nel giorno in cui Mario Draghi sale al Quirinale per rassegnare il mandato nelle mani del capo dello Stato, il “vento del Nord” che spira impetuoso da Francoforte, la Banca centrale europea (Bce) alza il costo del denaro di mezzo punto, dopo 11 anni, chiudendo così in un colpo solo la stagione dei tassi negativi che aveva inaugurato proprio Draghi (nel 2014). Il tasso principale sale dello 0,50%, il tasso sui depositi a zero e il tasso sui prestiti marginali dello 0,75%, dopo 11 anni: il consiglio direttivo della Bce ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento e ha approvato lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (Transmission protection instrument), il cosiddetto scudo anti-spread.

Il rialzo del costo del denaro è superiore ai 25 punti base attesi dal mercato. «Pertanto», si legge in una nota, «i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente allo 0,50%, allo 0,75% e allo 0,00%, con effetto dal 27 luglio 2022». Il board di Francoforte prevede anche ulteriori aumenti dei tassi in futuro, forse già nella prossima riunione dell’8 settembre. Dopo l’annuncio del rialzo dei tassi di mezzo punto da parte della Bce, il decennale benchmark italiano che rendeva il 3,66% prima dell’annuncio si è portato rapidamente al 3,7% e il differenziale di rendimento con il Bund da 236 punti base si è allargato a 242 punti. Per quel che riguarda il Tpi, per il Consiglio direttivo serve a “sostenere l’efficace trasmissione della politica monetaria”. Mentre rialza i tassi per raffreddare i prezzi, la Bce vuole evitare che differenziali di rendimento troppo accentuati tra i Paesi generino un effetto a macchia di leopardo delle sue politiche.

Serve piuttosto che l’”orientamento di politica monetaria sia trasmesso in modo ordinato in tutti i Paesi dell’area dell’euro. L’unicità della politica monetaria del Consiglio direttivo è un presupposto affinché la Bce possa adempiere il mandato di mantenere la stabilità dei prezzi”, chiarisce il comunicato come a prevenire obiezioni che sia fuori dal suo mandato. E dettaglia ulteriormente: «Il Tpi rappresenta un ulteriore strumento a disposizione del Consiglio direttivo attivabile per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettono seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutta l’area dell’euro. La portata degli acquisti del Tpi dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria. Gli acquisti non sono soggetti a restrizioni ex ante. Salvaguardando il meccanismo di trasmissione, il Tpi consentirà al Consiglio direttivo di assolvere più efficacemente il mandato di preservare la stabilità dei prezzi».

In una seconda comunicazione, la Bce ha dato qualche dettaglio in più sul programma. Gli acquisti di chi vi accederà saranno focalizzati su titoli del settore pubblico tra uno e dieci anni, ma “se necessario potrebbero essere presi in considerazione gli acquisti di titoli del settore privato”. Una volta attivato il Tpi, l’Eurosistema acquistando i titoli del Paese in questione non diventerebbe un creditore privilegiato, ma al pari di tutti gli altri sottoscrittori del debito. La Bce ha poi spiegato che «nelle prossime riunioni del Consiglio direttivo sarà opportuna un’ulteriore normalizzazione dei tassi di interesse. Anticipare a oggi l’uscita dai tassi di interesse negativi consente al Consiglio direttivo di passare a un approccio in cui le decisioni sui tassi vengono prese volta per volta. L’evoluzione futura dei tassi di riferimento definita dal Consiglio direttivo continuerà a essere guidata dai dati e contribuirà al conseguimento dell’obiettivo di inflazione del 2% a medio termine». Lagarde ha dettagliato le condizioni di ammissibilità al Tpi, uno scudo illimitato, che sono quattro: il rispetto dei criteri di bilancio Ue, l’assenza di gravi squilibri macroeconomici, la sostenibilità del debito e l’adozione politiche di bilancio sane e sostenibili rispetto agli obblighi presi con il Recovery e con le raccomandazioni specifiche della Commissione.

Lagarde ha spiegato che con il Tpi «sarà possibile l’acquisto di titoli di tutti i paesi Eurozona», sottolineando che «la decisione se attivare il nuovo strumento sarà fatta a discrezione del Consiglio direttivo» dopo una analisi della situazione del paese richiedente, delle condizioni finanziarie e del rispetto dei criteri. L’economia dell’area euro “sta rallentando” e in questo pesa la guerra lanciata dalla Russia contro l’Ucraina, ha aggiunto la numero uno della Banca centrale europea, secondo cui «se le forniture dei prodotti energetici dalla Russia saranno interrotte» in modo da «portare al razionamento per famiglie e imprese» ci sarà “un significativo rischio di rallentamento dell’economia”. Dietro le quinte, spiegano fonti bene informate, a Francoforte è andato in scena il gioco di falchi e colombe: da una parte la stretta è più da falco, dall’altra arriva lo scudo che piace alle colombe.

«Credo che sia un momento storico per due ragioni perché è sicuramente un fattore positivo quando tutti i membri di una squadra, ben 25 membri del Consiglio, sono in totale allineamento e supporto per un meccanismo che riteniamo critico per un’efficace trasmissione della politica monetaria», rimarca Lagarde. «Come presidente della Bce credo che questo sia un momento alquanto gratificante». Lagarde ha inoltre sottolineato come si aumentino i tassi per la prima volta in oltre una decade. «Uscire da una situazione di tassi negativi – ha detto – faciliterà certamente molte cose e sarà possibile spiegare meglio ai cittadini europei quanto viene fatto per frenare l’inflazione e assicurare la stabilità finanziaria». Si dà il caso che i tassi negativi siano stati uno dei “marchi di fabbrica” del predecessore di Lagarde alla guida della Bce: Draghi. L’attivazione dello scudo anti-spread a favore dell’Italia, nel pieno della crisi politica e in una situazione di turbolenza sui mercati, «è interamente nella discrezionalità del Consiglio direttivo» della Bce, ha spiegato la presidente Lagarde rispondendo alle domande dei giornalisti. Tradotto: lo “scudo-Draghi” non c’è più. II ritorno alla normalità, vale a dire l’uscita di scena dei tassi d’interesse negativi, è realtà. Una realtà più dura di quanto ci si aspettava. Per l’Italia senza bussola la tragedia è iniziata.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.