La pirateria audiovisiva sta leggermente calando in Italia, almeno secondo gli ultimi dati a disposizione. Mentre i prezzi degli abbonamenti alle piattaforme di streaming per vedere lo sport, i film e le serie tv aumentano costantemente ai danni dei consumatori. Sembra un paradosso, ma è così. Tuttavia, c’è chi non perde tempo per protestare e puntare il dito contro gli italiani che – vale la pena ricordare – ogni giorno devono fare i conti con i costi della vita che salgono a fronte di stipendi fermi da decenni. La lotta contro lo streaming illegale è stata posta tra le priorità dalle autorità negli ultimi mesi.

Pirateria audiovisiva, i dati in Italia

L’ultima indagine è stata condotta da Ipsos per conto di Fapav ed è stata presentata a Roma durante l’evento “Stati Generali della Lotta alla Pirateria tra legalità, sicurezza e intelligenza artificiale“. Nel rapporto si vede come nel 2023 il 39% degli adulti italiani ha commesso un atto di pirateria, andando a fruire in maniera illecita film o serie tv o programmi sportivi live. Ma è un dato in calo di tre punti percentuali rispetto all’anno precedente. Gli atti di pirateria in totale sono stati circa 319mila, rispetto ai 345 del 2022 e sono per lo più legati ai film e ai programmi sportivi live.

Interessanti i dati che riguardano la platea dei coinvolti: i ‘pirati‘, infatti, sono più concentrati nella fascia under 35 e sono in prevalenza occupati con un livello di istruzione più alto rispetto alla media della popolazione italiana, tanto che il 22% sono laureati. Inoltre, sono più concentrati geograficamente nel sud dell’Italia e nelle isole. Tra gli adolescenti, invece, cala l’incidenza della pirateria (45% contro il 47% del 2022 e il 51% del 2021) così come calano gli atti di pirateria di ben il 14% rispetto al 2022.

Gli impatti della pirateria audiovisiva in Italia

Il fatto che la pirateria sia un reato è riconosciuto dal 79% dei cosiddetti ‘pirati’, ma il 47% degli italiani non è così consapevole della gravità del fenomeno e degli impatti che provocherebbe sul mercato del lavoro. Secondo l’indagine di Ipsos la perdita di fatturato per l’economia italiana sarebbe pari a circa 2 miliardi di euro, con una perdita di pil di circa 821 milioni di euro. In aggiunta sarebbero circa 11.200 posti di lavoro persi a causa della pirateria, anche se è come detto è un fenomeno in diminuzione.

De Siervo attacca gli italiani sulla pirateria

Numeri enormi, che permettono all’ad della Serie A Luigi De Siervo di accusare gli italiani, colpevoli secondo lui di non capire fino in fondo quanto la pirateria danneggia la stessa Italia: “Siamo dinnanzi a una piaga sociale. Un paese che non ha capito che la pirateria sia un atto contro la cultura e lo sport di questo paese”. “Ai consumatori finali va la mia raccomandazione a interrompere questo fatto, non soltanto perché rischiano la propria identità digitale, ma soprattutto perché le forze dell’ordine sono in grado di sapere che hanno compiuto degli atti di pirateria” ha aggiunto De Siervo.

Redazione

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