"Meloni vuole cambiare Paese, finora non ha fatto granché"
Sallusti da benzinaio a giornalista: “Feltri come Maradona, Berlusconi, la casa al Quirinale e il sogno di governare con Renzi”

Dal libro, “L’eresia liberale” (Rizzoli), dove parla del nonno Biagio fucilato dai partigiani, la nonna violentata ma “non ho avuto la tentazione di diventare fascista“, ai lavori umili fatti da giovane passando per la politica e il ricordo di Silvio Berlusconi.
Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, in una intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, ricorda i lavori fatti da ragazzino, a partire da quello di benzinaio: “Avevo dodici anni, dovevo rimboccarmi la tuta troppo grande; stipendio zero, solo mance”. Poi l’esperienza da fattorino e poi mozzo a bordo dei battelli sul lago di Como. Da fattorino trasportava “denaro. Per evitare le rapine, mandavano avanti le guardie giurate con carichi posticci, mentre i soldi in banca li portavo io, ragazzino insospettabile. Ovviamente mi pagavano in nero. Oggi li arresterebbero. Ma per me fu importante. Non ho imparato a fare il benzinaio, né il fattorino, né il mozzo. Ho imparato a lavorare”.
Sallusti e il militare “con i delinquenti”
Altra esperienza altamente formativa è stata quella da militare nel battaglione San Marco, scelto perché “non ero stato ammesso all’esame di maturità, perché marinavo la scuola” e quindi “dovevo sottrarmi alle ire di mio padre” e ” il battaglione San Marco era l’unico che mi consentisse di partire subito, in quanto volontario. Solo che con i volontari c’erano i delinquenti abituali”. Sallusti precisa: “Quando ci chiesero nome, cognome e professione, il mio vicino rispose: “Andrea Berto, ladro di autoradio”. Il mio compagno di branda era un siciliano, Salvatore: una sera venne la polizia militare ad arrestarlo per omicidio, in una rissa durante la libera uscita aveva dato mano al coltello. Poi c’era il Vecio, un ragazzo di Rovigo che faceva le marchette con i vecchi… Lì ho imparato la vita, quella vera”.
Sallusti: “Meloni vuole cambiare Paese, finora non ha fatto granché”
Sul fronte politico spende parole di elogio per la premier Giorgia Meloni, con la quale ha scritto un libro, anche se “finora non ha fatto granché ma ha bisogno di dieci anni”. Meloni per Sallusti rappresenta “una novità, non le interessa durare, vuole cambiare il Paese”. Su Berlusconi aggiunge: “E’ stato unico. Chi lo raffigura come uno statista o come un evasore fiscale o come un grande imprenditore o come un puttaniere vede solo un aspetto: Berlusconi era tutte queste cose insieme, e molto di più”.
Sallusti, Berlusconi e la casa al Quirinale
Da qui l’aneddoto raccontatogli da Marina Berlusconi: “Quando lo fecero Cavaliere portò tutti a Roma. La cerimonia era all’Eur, ma prima volle andare al Quirinale. La figlia bambina chiese: papà, che ci facciamo qui? E lui: ‘Un giorno questa sarà la nostra casa’”.
Feltri “Maradona dei giornalisti”
Sallusti parla anche del Maradona dei giornalisti, ovvero Vittorio Feltri con il quale i rapporti sono ambivalenti: “I suoi con me sono pessimi, i miei con lui sono ottimi”. Il motivo? “Io ringrazio il destino di aver giocato con Maradona: perché il Feltri degli anni 90 e dei primi anni 2000 era il Maradona del giornalismo. Ma un Maradona sovrappeso di venti chili non può giocare. L’età ora lo costringe a bordocampo. E lui lancia improperi contro quelli che in campo ci stanno ancora”.
Sallusti: “Berlusconi sognava di governare Italia con Renzi”
Chiusura dedicata all’ex premier Matteo Renzi: “L’ho stimato, mi ha deluso. Non ci trovo nulla di scandaloso se si fa pagare per le sue conferenze; ma un ex premier non fa un libro contro la premier in carica. Pensare che Berlusconi lo apprezzava moltissimo, lo considerava il suo figlio politico”, arrivando addirittura a mostrare “il progetto dell’alleanza tra due partiti: Forza Silvio, cui attribuiva il 16%, e Forza Renzi, che quotava al 26. Sognava di governare l’Italia con lui. Gli dissi che era impossibile. Rispose che le cose possibili lo annoiavano, perché le sanno fare tutti”.
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