La mobilitazione delle camere penali
Salvare Nordio da Fratelli d’Italia e dalle toghe al ministero: la mobilitazione delle camere penali
Contesto, protesta, soluzione. Potremmo schematizzare con queste tre parole l’assemblea di ieri a Roma dell’Unione della Camere Penali Italiane al termine di una tre giorni di astensione non contro Nordio, ma contro ciò che impedisce a Nordio di agire come lui vorrebbe: che sia Fratelli d’Italia o la squadra di cui si è circondato a Via Arenula non importa. Come ha detto il presidente Caiazza “sono i risultati a contare. Il percorso del ministro della giustizia ha provocato tra i penalisti preoccupazione e delusione, con una contrapposizione tra le riforme annunciate, con la solennità degli impegni presi in Parlamento, e una realtà di segno radicalmente opposto”.
In quanto fino ad ora non si è visto nulla, nonostante i buoni propositi del Guardasigilli, al momento apparentemente commissariato a casa sua. A delineare il contesto, caratterizzato da profonde deviazioni rispetto alle linee programmatiche espresse da Nordio e agli annunci in campagna elettorale dei partiti di maggioranza, ci ha pensato il responsabile giustizia di Azione, onorevole Enrico Costa: “sulla separazione delle carriere Fratelli d’Italia non ha presentato proposte di legge, a differenza mia, di Forza Italia e Lega. Senza il loro appoggio non andiamo da nessuna parte”.
Poi “sulla riforma del Csm entro giugno sarebbero dovuti essere approvati i decreti attuativi ma tutto è slittato di sei mesi, forse per volontà dei magistrati fuori ruolo distaccati al Ministero che proprio per quella riforma dovrebbero diminuire”. Per Costa inoltre “il decreto rave rappresenta chiaramente la contraddizione rispetto agli annunci fatti sul diritto penale minimo e sulle depenalizzazioni”. Per non parlare del carcere: “basta fare un nome: Andrea Delmastro Delle Vedove per cui pena equivale solo a carcere e il garantismo cede il posto al giustizialismo in fase di esecuzione penale. In più, mi sarei aspettato – ha continuato il deputato – che Nordio prendesse una distanza politica dalle affermazioni fatte da Donzelli contro la delegazione del Pd che era andata in visita da Cospito”.
Ultimo punto: “è paradossale che la prima azione disciplinare di Nordio venga avviata su un provvedimento che aveva sostituito la custodia cautelare in carcere con i domiciliari (caso Uss, ndr). Anche perché così il rischio è che i magistrati non concedano più i domiciliari per paura di subire azioni. Si proceda magari per i motivi opposti. In questi mesi, inoltre, non è stata avviata alcuna azione disciplinare per i numerosi casi di ingiusta detenzione, che sono tanti e sono molto peggio”. E passiamo dunque al senso della protesta, alle ragioni sottese allo sciopero dei penalisti italiani, che sintetizza il presidente uscente Caiazza: “tutto quello che si è prodotto in materia di politica giudiziaria in questi mesi è peggio di quello fatto nella legislatura precedente. Stiamo assistendo a riforme ispirate dalle notizie di cronaca. Dall’altra parte abbiamo ricevuto l’attenzione del Ministro Nordio nei nostri confronti dal primo giorno. Questo ci ha onorati, è un patrimonio politico per noi però i risultati sono diversi. Chiedo al vice ministro Sisto (presente in sala) il perché di questa anomalia. Noi comunque siamo qui perché vogliamo dare forza alle idee del Ministro”.
Ed ecco palesarsi la (possibile) soluzione nelle parole di Francesco Paolo Sisto: “Ho parlato ieri (giovedì, ndr) con il Ministro Nordio e posso dirvi che il ministero presenterà una proposta di legge governativa sulla separazione delle carriere nella seconda parte del 2023, probabilmente dopo l’estate”. Nel dare l’annuncio il forzista ha anche sottolineato che “nessuno vuole toccare autonomia e indipendenza del pubblico ministero, questa balla deve morire una volte per tutte”. Non solo, secondo Sisto “ci saranno anche proposte sui temi dell’obbligatorietà dell’azione penale e sul Csm”. Quanto alla riforma dell’abuso d’ufficio, Sisto ha spiegato che “si sta discutendo se ridimensionare questa fattispecie o intervenire in modo più netto. A mio parere, se non ci fosse almeno una parte abrogativa rischieremmo un intervento inefficace ad evitare processi inutili e, spesso, dannosi”.
“Un’altra misura da realizzare – ha proseguito – riguarda poi il traffico di influenze. La norma sarà certamente revisionata per trovare una soluzione che sia più pragmatica e precisa, evitando la genericità deleteria dell’attuale formulazione”. In una fase successiva il Governo si impegnerà anche “sul tema delle intercettazioni, dell’appello alle sentenze di assoluzione, degli organi collegiali per le misure cautelari”. Caiazza ha accolto positivamente le parole del vice ministro: “Sisto ci ha detto cose importanti non solo sulla tempistica delle riforme; poi si tratterà di misurarsi sul merito. Noi intanto apprezziamo enormemente la scelta delle priorità”. “Questi tre giorni e questa manifestazione nazionale hanno prodotto un risultato politico concreto” ha concluso il presidente Caiazza.
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