L'inchiesta
Salvini è il nuovo obiettivo dei Pm che puntano sui voli di Stato
A Puntuale come la cartella delle tasse, è arrivata l’indagine di fine anno a carico di Matteo Salvini. Il Riformista aveva anticipato lo scorso mercoledì che i pm erano pronti a sferrare l’attacco finale nei confronti della Lega e del suo leader. “Attacco” previsto anche dal politologo Angelo Panebianco sulle pagine del Corriere della Sera: «Da noi quando c’è un leader che promette di essere un leader forte sappiamo tutti che c’è un Piazzale Loreto che lo aspetta: Craxi, Berlusconi, Renzi. Scommetto che molto presto arriverà il turno di Salvini». La caccia grossa era iniziata questa settimana con il maxi blitz della Guardia di finanza disposto dalla Procura di Genova per scovare i famosi 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che il partito, allora guidato da Umberto Bossi, avrebbe percepito in maniera illegittima tra il 2008 e il 2010.
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A finire indagato per riciclaggio era stato Stefano Bruno Galli, un assessore di secondo piano della Lega in regione Lombardia. Il procedimento che riguarda invece Salvini, rivelato ieri dal Corriere e dal Fatto Quotidiano, è stato aperto dalla Procura di Roma ed un classico nel suo genere: l’uso di mezzi della Pubblica amministrazione per fini privati da parte di un politico. In questo caso dei voli di Stato che Salvini avrebbe utilizzato, da capo del Viminale, per attività non collegate a quelle del suo Ministero ma di tipo politico, ad esempio partecipare ad incontri pubblici della Lega. Il tema, come detto, non è nuovo. Prima di lui in molti sono finiti nel mirino dei pm per l’utilizzo di voli di Stato. Si ricordano i casi del ministro del Turismo del governo Berlusconi IV, Maria Vittoria Brambilla, che si faceva venire a prendere dagli elicotteri dell’Arma, o dell’ex premier Matteo Renzi che arrivò a Courmayeur nel 2015 per trascorrere qualche giorno sulla neve con un Airbus 900 dell’Aeronautica militare.
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Nel caso della parlamentare di Forza Italia, il Tribunale dei ministri aveva chiesto l’autorizzazione a procedere alla Camera per il reato di abuso d’ufficio. Autorizzazione che era stata negata.
La materia è molto complessa. Il reato contestato, innanzitutto, l’abuso d’ufficio, è quanto di più scivoloso possa esserci nel codice penale dopo il traffico di influenze. L’abuso d’ufficio lascia ampio margine al magistrato di turno di sindacare cosa sia attività “istituzionale” o cosa sia attività “politica”. Nel caso di Salvini le due attività era sostanzialmente sovrapponibili. Nei trentacinque episodi contestati dai pm, Salvini incastrava spesso in mattinata la visita ad una caserma della polizia ed il pomeriggio l’inaugurazione di una sezione della Lega o un incontro con i militanti.
Vale la pena ricordare che la procedura per i voli di Stato è regolamentata da un norma dei 2011 a cui, però, si deve aggiungere quanto previsto in materia di misure di sicurezza nei confronti dei soggetti a rischio. Silvio Berlusconi, sul punto, aveva capito subito che l’utilizzo di aerei/elicotteri/auto di Stato avrebbe aumentato notevolmente il numero dei procedimenti penali aperti nei suoi confronti dalle Procure del Belpaese.
Ed infatti in tutti gli anni che ha avuto responsabilità di governo ha sempre utilizzato mezzi di proprietà della Fininvest, cioè suoi, per spostarsi. Dal Gulfstream 5 con cui il martedì mattina si recava da Linate a Ciampino o l’Augusta 109 con cui raggiungeva lo stadio di San Siro da Arcore per assistere alle partite del Milan. Se non altro su questo aspetto i pm non sono mai riusciti ad incastrarlo. Nel caso di Salvini si vedrà.
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