Matteo Salvini non risponde più al telefono, almeno quando lo chiama Umberto Bossi, il fondatore e presidente a vita della Lega Nord non riuscirebbe infatti a trovare udienza: “Quando non sa più cosa fare si comporta così, pensando di rimuovere il problema” racconta a Repubblica un leghista della prima ora riferendosi al comportamento del ‘capitano’. In Veneto non tira una bella aria, gli iscritti della regione si sono rifugiati da anni sotto l’ala protettrice di Luca Zaia, non diversa la situazione in Lombardia dove il senatùr ha dato il via libera alla costituzione del Comitato Nord come associazione, non più e solo come corrente di minoranza all’interno del Carroccio. “Ci apriamo anche a chi non è tesserato alla Lega”, specifica Paolo Grimoldi, l’ex parlamentare che assieme ad Angelo Ciocca e allo stesso Bossi sta tirando le fila.

I quattro leghisti sono stati espulsi da Salvini e per tutta risposta Bossi ha dato il via libera all’utilizzo della sigla Comitato Nord. Una netta ma pesante minoranza se si pensa che all’interno c’è colui che ha fatto la storia della Lega. Non tutti sono ai ferri corti, due giorni fa Roberto Calderoli, uno dei pochi rimasti della vecchia guardia, sta rassicurando Bossi sul fatto che il nord non è stato abbandonato dalla Lega. Inoltre tra il senatùr e il presidente lombardo Attilio Fontana il dialogo non è mai stato interrotto, anzi, per lui non ci sarebbero problemi se alla fine Comitato Nord diventasse una lista a suo sostegno, fuori dalla Lega quindi ma sempre nel centrodestra.

Salvini sabato sera all’inaugurazione della campagna elettorale leghista a Milano ha dichiarato: “Sono iscritto dal 1991, nessuno deve insegnarmi cosa sia la militanza, ne ho fatte di mattinate al freddo nei gazebo”. Una risposta indirizzata a chi denuncia che negli ultimi anni la base è stata abbandonata a sé stessa. Comunque la si metta Salvini ha due bei problemi davanti: le regionali che potrebbero vedere da una parte l’ennesimo trionfo di Giorgia Meloni (anche in Lombardia), e dall’altra uno scarso risultato della coalizione a causa della concorrenza a destra di Letizia Moratti (perdendo il premio di maggioranza al Pirellone).

A Salvini converrebbe avere in pancia il Comitato Nord anche perché Moratti li corteggia e dall’interno dicono: noi vogliamo stare con Fontana ma i matrimoni si fanno in due. Leggasi: se ci sbarrano la porta allora Moratti è un’opzione concreta, al pari della corsa in solitaria. Comunque la si veda non sono rose e fiori per la Lega. L’eventuale secondo mandato di Fontana rischia di trascinarsi in una legislatura azzoppata e il salone stracolmo per la prima e unica uscita pubblica di Bossi dimostra che con il Comitato c’è un bel pezzo di militanti che la nuova Lega rischia di veder andar via per sempre.

Redazione

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