Nella Lega è giunta l’ora della resa dei conti dopo l’esito non certo favorevole dei ballottaggi, che hanno visto il Carroccio in gravissime difficoltà in particolare nel ‘suo’ Nord? A pensarlo così non sono solamente il fronte interno dei governatori, da Zaia in Veneto a Fedriga in Friuli Venezia Giulia, fino al ministro ‘draghiano’ Giorgetti.

Ad aggiungere il carico da novanta è Roberto Maroni, ex segretario della Lega ed ex ministro e governatore della Lombardia, che con un intervento su Il Foglio sottolinea come il centrodestra ai ballottaggi “ha perso quasi dappertutto”, facendo i casi di Verona, ma anche di Catanzaro “dove il centrodestra si è presentato diviso”.

Al contrario, ricorda Maroni, “il cosiddetto fronte progressista ha vinto a Piacenza, Parma, Monza, Cuneo e Carrara. Sono tutte città governate finora dal centrodestra”.

Per questo nella riflessione dal titolo evocativo, “È necessario rifare subito il centrodestra”, l’ex numero uno del Carroccio evidenzia “i forti malumori della vigilia elettorale che hanno riguardato tutti i partiti“. “Sarà colpa anche dell’astensionismo che, come si sa, penalizza sempre più i partiti di centrodestra. Ma l’errore più grave è stato che il centrodestra è andato diviso al primo turno“, è l’analisi di Maroni. Da qui la domanda provocatoria: “Riusciranno i nostri eroi (si fa per dire) a rimediare a questa pesante sconfitta elettorale che il centrodestra ha subito e ricompattarsi in vista delle elezioni politiche del prossimo anno?“.

Di fronte alla rivolta interna prende sempre più piede l’ipotesi che Salvini, per allentare la morsa del fronte dei governatori del Nord, possa offrire al trio Zaia-Fedriga-Giorgetti (quest’ultimo vicesegretario del Carroccio) la co-gestione del partito.

La proposta, che era già filtrata prima delle Comunali, è di inserire i tre ‘rivali’ interni in un ufficio politico che prenda in mano la gestione della Lega e faccia uscire il partito dalla crisi di consensi in cui è entrato da mesi a questa parte.

Una soluzione win-win: da una parte i tre leader della ‘minoranza interna’ potranno contribuire attivamente alle prossime strategie del Carroccio, potendo mettere becco anche sul tema delle candidature; dall’altra Salvini potrà contenere il dissenso interno ed eventualmente condividere con i tre la responsabilità di una eventuale sconfitta politica alle Politiche del 2023.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia