La Lega si stringe attorno al suo leader Matteo Salvini e almeno per il momento rinvia la resa dei conti interna. È il risultato del consiglio federale del Carroccio tenuto nel pomeriggio, in cui all’unanimità è stata conferita “piena fiducia e mandato a Matteo Salvini di lavorare per creare, allargare e potenziare un’alleanza alternativa alla sinistra”.

In cosa si traduce la formula scelta per confermare la leadership di Salvini, uscito malconcio dalla partita del Quirinale, una settimana infernale in cui ha bruciato almeno cinque candidati ed è stato poi costretto di fatto a votare il bis a Sergio Mattarella dopo aver ripetuto per settimane che il centrodestra aveva la maggioranza relativa e che per questo avrebbe portato al Quirinale un esponente del mondo conservatore?

Sullo sfondo c’è infatti la questione della federazione/Partito Repubblicano sul modello americano, già ampiamente bocciata da Fratelli d’Italia e che vede Berlusconi e Forza Italia quantomeno dubbiosi.

Se sviluppi in questa direzione sono attesi probabilmente nelle prossime settimane, dal documento finale emergono invece gli obiettivi del Carroccio per i prossimi mesi di lavoro nel governo Draghi: no a nuove tasse sulla casa e alla riforma del catasto; no a nuove restrizioni e – in tema di Dad a scuola – nessuna differenziazione tra bimbi vaccinati e non vaccinati; sì a un decreto urgente per aiutare famiglie e imprese col pagamento delle bollette di luce e gas; sì a un impegno più concreto per la difesa dei confini e la lotta all’immigrazione clandestina.

Dopo il flop Quirinale Salvini punta dunque tutto sull’unità della coalizione di centrodestra, uscita a brandelli dalle elezioni del Capo dello Stato. “Lavoro per unire, per raccogliere e andare oltre. Ognuno fa le sue scelte, però io non uso aggettivi” e “non rispondo a chi critica, né da destra né da sinistra”, sono state le parole dell’ex ministro dell’Interno arrivando nella sede del Carroccio a Milano in via Bellerio.

Parole che seguono le accuse pesantissime arrivata dall’(ex?) alleata Giorgia Meloni contro i partiti del centrodestra della maggioranza Draghi, “impegnati a dar vita ad alleanze e federazioni del tutto innaturali pur di sopravvivere”. Meloni che parlando di Salvini ha definito “folle” quanto fatto da Salvini “in occasione dell’elezione del capo dello Stato folle. Per lui, non per me”.

Ma Salvini non chiude le porte a Fratelli d’Italia: “Io non dico mai di no a nessuno”. “La Lega è compatta e il centrodestra si ricostruisce, non c’è problema” ha detto Salvini. L’ex titolare del Viminale si è detto “orgoglioso perché il movimento della Lega è stato il più compatto” nelle elezioni del Presidente della Repubblica, definendosi “contento di essere colui che ha messo fine alle ipocrisie dicendo ‘piuttosto che andare avanti con i no reciproci chiediamo un sacrificio a Mattarella’, e lo rivendico”.

Parole ben diverse invece per Giovanni Toti, il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo, il movimento centrista più critico sulla gestione salviniana del Quirinale e pronto a smarcarsi dall’alleanza per tentare di creare il “grande centro”.

L’elezione del presidente della Repubblica “non ha visto il centrodestra prevalere perché è mancato un pezzo del centrodestra“, è stata l’accusa di Salvini a Toti in merito ai voti che sono mancati in favore della candidatura di Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Non metto in discussione sindaci e governatori” ha detto, aggiungendo però che “se uno è governatore, assessore al Bilancio e alla Sanità o è Superman o….“.

Salvini ha anche confermato che “già in settimana” avrà un incontro col presidente del Consiglio Mario Draghie ovviamente non lo tedierò con federazioni, equilibri politici, leggi elettorali, di questo parleremo in consiglio federale. Quello che mi interessa è ottenere l’allentamento delle restrizioni. Obiettivo del leader del Carroccio è in particolare modificare le normative sulla scuola: “Leggo di bizzarre ipotesi di divieti a scuola per bambini di 6 e 7 anni o con distinzioni tra vaccinati e non vaccinati e penso sia il momento di fare l’esatto contrario“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia