Il video dell'influencer sul barcone
Salvini scatena la Bestia contro l’influencer tunisina: i migranti vanno respinti e non devono sembrare contenti
Una ragazza diciottenne tunisina, “influencer” (ci stanno anche all’ombra di Capo Bon, pensa!), sorriso solare, pienezza e splendore d’adolescenza, sale su una barca di migranti e filma (se stessa) e i compagni di avventura durante la navigazione. Un “storia” in jeans accompagnata da uno smile, destinata a Instagram, quasi non fosse con altri a mettersi in salvo, semmai a prendere il sole in un “chiringuito” di Sidi Bou Said. Il messaggio è tuttavia chiaro: io sono qui! Virtualmente, si intuisce anche la freccia che indica il punto esatto di un’ideale “cartolina”.
Accade però che Matteo Salvini intercetti il video nel mare magnum mediatico della rete e lo rilanci sotto cornice, diciamo, populista, accompagnato da un brontolio non meno pop: «Da aggiungere all’album “Scherzi a parte” dopo lo sbarco con il barboncino, la pecora e la comune tenuta da “Turista per sempre”. Durante la traversata clandestina, su un barcone irregolare, l’influencer tunisina pubblica storie Instagram e foto, gaudenti e sorridenti. A voi i commenti». Il primo a dargli conforto è un prete che si professa “arcivescovo”, colmo di senso cristiano trova subito parole profonde che certamente avranno soddisfatto Matteo: «Il Bengodi» (sic). Non tutte le storie di Instagram, se ne deduce, sono uguali, meritevoli di rispetto e approvazione. Nel senso che non tutte le jeunes filles en fleurs appaiono destinate agli stessi piaceri narcisistici, almeno agli occhi di Salvini. Noi, insomma, “più meglio” di altri.
Sarà rimasto qualcuno a presidiare la Bestia in assenza di Luca Morisi? Evidentemente un degno sostituto.
Facciamo però un po’ di semiologia terra terra. Il video della ragazza tunisina, passato di mano, pubblicato appunto da Salvini conquista un sottotesto degno del nostro “Capitano”: ecco, hai visto? Mica è vero che stanno male, stanno meglio di noi, e lo fanno per diporto, guarda questa, dimmi se questa ha bisogno di venire qui, eh, dimmelo…
La pischella del video, Sabee Al Saidi, è di Sfax, cuore industriale della Tunisia, e di lei così ancora apprendo: «ha pubblicato le “stories” nel suo profilo Instagram da 306 mila follower in cui spiegava che si stava recando illegalmente in Italia a bordo di una piccola imbarcazione da pesca insieme ad una decina di altri giovani». Un messaggio perfetto per dare il voltastomaco all’onnicomprensivo sentimento egoistico nazionale, populista, che sembra fiorire ancora di più in giorni di pandemia, raggiungendo così le profondità, gli abissi della meschinità umana rionale, mai pienamente temperata dall’idea cristiana di “carità”. In verità, il sottotesto che Salvini suggerisce è ancora più esplicito, nonostante sia espresso in filigrana, cioè da intuire controluce: ma questa, che cazzo c’ha da ridere?
Inutile dire che la sollecitazione è colla a presa rapida del razzismo portatile, proprio dei discorsi da astanteria vaccinale (proprio ieri al hub della Piramide, a Roma, dove mi sono recato per la terza dose, sperando anche nella quarta, la quinta e la sesta, l’argomento che teneva banco era l’occupazione delle case degli anziani da parte degli “zingari”, illegalità inaccettabile, intendiamoci, tuttavia in quel brusio di sottofondo si coglieva proprio l’assenza di ogni dialettica, solo piccineria umana, analfabetismo ordinario, sembrava perfino che al posto dell’immagine della Madonna del Divino Amore lì sulla parete, ci fosse invece proprio Salvini, dito ammonitore rivolto al profilo di Sabee, ragazza diciottenne tunisina, come a dire: noi gli diamo il pane, e loro, ingrati, pretenderebbero anche le rose, di più, l’iPhone.
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