Salvini si lava le mani dopo il tracollo: “Stare al governo ci è costato, brava Giorgia: premiata l’opposizione”

Foto da Facebook

Il segretario della Lega Matteo Salvini ha tenuto una conferenza stampa a Milano sui risultati delle elezioni politiche. Nessun accenno a un passo indietro, non un’assunzione di responsabilità dopo la netta débâcle del Carroccio, vero sconfitto della tornata con il Partito Democratico. “Abbiamo i numeri degli eletti regione per regione, anche se non ancora definitivi, noi puntiamo a quota 100. Potrebbero essere 100 tondi i parlamentari della Lega al lavoro da domani. Ce la giochiamo con il Pd come secondo gruppo parlamentare”, le sue prime parole. “Ci tengo a ringraziare i militanti della Lega che sono unici, insostituibili e hanno dato l’anima, i sindaci”.

Il voto è stata una vera e propria disfatta per il partito. Alle politiche del 2018 aveva preso il 17%, alle Europee del 2019 il 34%. A spogli quasi ultimati si può dire che la Lega non sia riuscita a raggiungere la soglia del 10%. Batoste in diverse roccaforti nel nord del Paese, in luoghi simbolici per il partito. Le ultime proiezioni di voto prima dello stop alle pubblicazioni davano il partito in netto calo ma il risultato che stanno consegnando le urne appare ancor più sorprendente. Salvini ha scelto di non parlare ieri, a caldo, e di tenere una conferenza stampa questa mattina.

“Oggi è un lunedì dove dopo tanti anni c’è un governo scelto dai cittadini, con una maggioranza chiara del centrodestra. Conto che per almeno 5 anni si tiri dritto senza stravolgimenti. Faccio i complimenti a Giorgia, è stata brava. Lavoreremo insieme, a lungo. Faccio i complimenti anche a Forza Italia e ai moderati, ogni voto è stato utile. Politicamente credo sia stata premiata l’opposizione. Stare al governo con Pd e M5S non è stato facile. Lo rifarei? Sì che lo rifarei. Ma ci è costato”. Dopo le elezioni del 2018 la Lega era arrivata a Palazzo Chigi in una sorprendete alleanza con il Movimento 5 Stelle, nel cosiddetto Conte 1, e una seconda volta nel 2021 nel cosiddetto “governo di unità nazionale” guidato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi.

“Non mi soddisfa” il risultato, “non è quello per cui ho lavorato. Ma con il 9% siamo in un governo di centrodestra in cui saremo protagonisti. Gli anni del Covid sono stati particolari, abbiamo anteposto, e l’ho fatto convintamente, il lavoro per il Paese rispetto all’interesse del partito. Non oso immaginare cosa sarebbero stati altri 9 mesi con un governo confuso e litigioso. Il giudizio degli elettori è chiaro: hanno premiato coloro che hanno fatto opposizione (bravi loro) e coloro che hanno fatto cadere il governo. Gli elettori hanno sempre ragione, e mi sembra che sia chiaro ed evidente. Noi ci facciamo carico di aver portato sulle spalle un peso non indifferente. Non occorre essere politologi per dire che oggi il secondo o terzo gruppo parlamentare è la Lega”.

“Il 9% mi resta qua ma 100 parlamentari sono al lavoro per 5 anni. Se gli italiani se hanno premiato altri e meno noi vuol dire che era giusto così. Se sono andato a letto abbastanza incazzato, mi sono alzato carico a molla e ho più voglia di prima”. La Lega ha perso clamorosamente anche in due Regioni simbolo: in Lombardia, dov’è nata, e in Veneto, dov’è egemone da anni. È stata scalzata, nei rapporti di forza all’interno del centrodestra da Fratelli d’Italia. “Ho letto analisi simpatiche – ha commentato il segretario – Ma il centrodestra è sopra il 50% nella Regione” e quindi anche “in ottica Regionali, la squadra che vince non si cambia. Ora c’è l’urgenza del decreto Energia, che continuo a rivendicare: sarà il primo banco di prova del nuovo governo. Gli italiani hanno votato con la loro testa e con il loro cuore. Quando votano, votano sempre bene”. Dalla conferenza non è emersa la direzione che osservatori ed editorialisti avevano previsto: quella di una resa dei conti all’interno del partito. Sulla richiesta di rimettere il mandato: “Noi abbiamo ventimila militanti, io rispondo a loro”. Annunciato però “un bel congresso federale con idee, a quel punto la Lega sarà al governo già da tempo” dopo “tutti i congressi cittadini, poi provinciali e regionali”.