Saman Abbas, il racconto del fratello: “Strangolata, papà in lacrime”. Spuntano le foto di zio e cugini con le pale

Un quadro indiziario che si va compendo e che lascia sempre meno dubbi sulla morte di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa da Novellara, nella Bassa Reggiana, da ormai più di un mese. Per la Procura, come noto, la ragazza è stata uccisa perché si era rifiutata di convolare a nozze islamiche combinate dai genitori, Shabbar e Nazia Shaheen, 43 e 46 anni, già denunciati lo scorso gennaio dai dai carabinieri per costrizione o induzione al matrimonio. I due avevano tentato di far sposare la figlia, all’epoca minorenne, con un cugino connazionale.

L’ultima riguarda i tre fotogrammi diffusi dai carabinieri tratti dal video in cui si notano tre persone, munite di pale e secchio, dirette verso i campi sul retro della casa di Novellara la sera del 29 aprile scorso, quando di Saman non si hanno avuto più notizie, per rientrare quindi dopo oltre due ore.

Sono queste immagini ad aver spinto gli inquirenti ad indagare per omicidio e non solo per sequestro di persona, reato per il quale era stato inizialmente aperto il fascicolo, scrive la Gazzetta di Reggio Emilia. Attualmente il padre Shabbar è tornato in Pakistan: nei giorni scorsi intervistato dal Resto del Carlino aveva riferito che la figlia “sta in Belgio” e che una volta rientrato in Italia avrebbe chiarito tutto con i carabinieri.

Ipotesi questa smentita dalla procura di Reggio Emilia che, tramite la ‘reggente’ Isabella Chiesi, ha spiegato che la ragazza non si trova all’estero. Tramite il servizio di Cooperazione internazionale, istituito dal ministero dell’Interno, infatti, la polizia belga ha svolto alcune verifiche e a seguito di indagini e accertamenti ha confermato l’assenza della ragazza sul territorio. Inoltre, in base a quanto confermato da alcune fonti investigative, un conoscente della 18enne, residente in Belgio, sentito dalle autorità locali, ha confermato di non vederla da tanto tempo.

Secondo Chiesi potrebbe essere stata abbindolata dai familiari, che ora risultano indagati per la sua sparizione: “Credo si possa pensare che l’abbiano, per così dire, abbindolata facendole credere che avevano il biglietto per loro stessi e non per lei e che fosse certa di non dover andare in Pakistan. Questo, forse, l’ha rassicurata per tornare”, ha spiegato il procuratore.

Attualmente sono quindi cinque gli indagati: i genitori, due cugini e uno zio. A tutti è contesta la premeditazione per l’omicidio di Saman.

IL VERBALE DEL FRATELLO – Proprio il quotidiano locale pubblica oggi il riassunto del verbale del fratello 16enne di Saman, il racconto che fece ai carabinieri il giorno dopo essere fermato ad Imperia. Un racconto dal quale emerge il ruolo fondamentale dello zio di Saman, Danish Hasnain, l’uomo di 33 anni accusato dalla Procura di avere ucciso la nipote. Il tutto “avviene sotto gli occhi del minorenne”, riferisce la Gazzetta di Reggio: ma anche il padre di Saman si sente male dopo l’omicidio, non potendo però manifestare pentimenti perché ritiene Danish capace di sterminare la famiglia. Il verbale del 16enne evidenzia anche un secondo punto chiave per la Procura: quando lo rientra in casa non ha più nulla in mano, da questo il ragazzo immagina che la sorella sia stata uccisa con lo strangolamento.

LE MINACCE – Quando i genitori di Saman ‘scappano’ in Pakistan, il sedicenne resta nella casa di Novellara con lo zio. In quei giorni anche Danish mostra, secondo il racconto del fratello di Saman, segni di pentimento arrivando anche a piangere e a rincuorare il ragazzo. Ma al pentimento Danish aggiunge anche le minacce: lo zio ricorda al 16enne che non dovrà dire nulla ai carabinieri o ucciderà anche lui.

L’ESTRADIZIONE DEL CUGINO – Si attente invece l’estradizione di Ikram Ijaz, il cugino di Saman arrestato dalla polizia francese a Nimes, su indicazioni dei carabinieri. La Procura vuole chiarimenti sulla sua posizione e sul suo ruolo nelle vicenda: il fratello di Saman aveva infatti spiegato che il giorno precedente la scomparsa-delitto, anche Ikram affiancò lo zio Danish Hasnain nei preparativi dell’omicidio.