Quello che impressiona di Maria Rosaria Boccia, new entry nel circo Barnum Italia, è la semplicità, l’immediatezza e il carattere chirurgico delle sue esternazioni, affidate ad una serie di stories Instagram montate in maniera rozza ma indubbiamente efficace: la signora ha un futuro assicurato nello sgangherato mondo della comunicazione. Soprattutto se paragoniamo le sue lapidarie e divertite ricostruzioni degli eventi ai penosi contorcimenti della politica (“Non è stato speso neppure un euro pubblico”; “Non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi”; “Andavano verificati potenziali conflitti di interesse”). Dalla pochade lei esce vincitrice per distacco, a testimonianza (ennesima) di una realtà di cui bisognerebbe semplicemente prendere atto: la politica è ormai un potere con strumenti del tutto antiquati e inadeguati di governance, gestione, controllo, comunicazione. In una parola, non è più un potere.

Ko alla prima Boccia

Dovrebbero capirlo tutti coloro che aspirano a scalare la politica, a bazzicare i suoi palazzi polverosi, immaginando che sia bello e appagante diventare ministri o parlamentari, circondati da laudatores e postulanti, esposti a mille umilianti gaffes, costretti a gestire problemi colossali di cui si ignora quasi sempre la natura come le loro possibili soluzioni. Per farlo, senza romperti i coglioni dopo una settimana, devi essere un santo votato al martirio. O devi possedere una tale quantità di autostima da non avvertire mai il bisogno profondo di quelle misere gratificazioni con cui il potere ti acceca. Ma tutto questo non è da noi, vanesi ed imperfettissimi esseri umani pronti a capitolare di fronte alla prima Boccia.

Quando il potere politico era oscuro

Una volta, ma tanto tanto tempo fa, il potere era oscuro, inafferrabile, soprattutto lontano. Conquistarlo significava detenere privilegi inarrivabili. Della vita dei potenti si sapeva poco e nulla, e questo non faceva che aumentarne il fascino. Per non parlare della politica, “la più alta e nobile delle attività umane”, obiettivo massimo dell’ascensore sociale di un mondo organizzato verticalmente. Oggi – con tutto il rispetto per le categorie – solo terrapiattisti e no-vax credono che ci siano luoghi misteriosi dove si decidono le sorti del mondo, sulla nostra testa e ai nostri danni, e che i palazzi della politica siano inzeppati di mefistofelici affamatori del popolo. I tapini non hanno mai frequentato le stanze ministeriali, piene di poveri cristi indaffarati a compulsare scartoffie e a scansare i fossi della burocrazia.

L’ultimo dei problemi sono le dimissioni di Sangiuliano

In questo quadro, l’ultimo dei problemi è sapere se o quando Sangiuliano lascerà il suo posto: è materia che riguarda le terze file della politica e i pochi tifosi assiepati sugli spalti. Nessuno può pensare che la sua permanenza o il suo abbandono del Collegio Romano abbiano una qualche influenza – poniamo – sul peso dell’Italia nel mondo e tantomeno sullo sviluppo delle sue attività culturali. La vicenda Boccia è solo l’ultima frittata venuta male della politica, presa in giro da una signora che nelle istituzioni è penetrata come nel burro, facendosene beffe. E oggi attende anche di sapere – comprensibilmente – chi le pagherà il rimborso di un viaggio tra Roma e Polignano a Mare.