Per un pomeriggio è tornato a Viale Mazzini che soltanto due anni fa salutò da direttore del TG2. E presto potrebbe tornare ad essere un’abitudine. Il fitto colloquio dell’ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano con i vertici Rai è andato in scena nella giornata di ieri. Un discorso di mezz’ora per definire modalità e tempi del suo rientro nell’organico dell’azienda che probabilmente però non sarà immediato. Nella sua lettera di dimissioni aveva chiesto un momento di “tranquillità personale”, per stare accanto a sua moglie e per avere le mani libere “per agire in tutte le sedi legali” contro diffamazioni e complotti.

È uscito dagli uffici Rai senza proferire parola: “Non dico nulla. Per favore vi chiedo di rispettare la mia privacy”, ma secondo le indiscrezioni confermate da Repubblica, Sangiuliano avrebbe ribadito la sua volontà far ancora parte dell’azienda, di godere delle ferie arretrate e e persino di beneficiare nuovamente del telefonino aziendale.

Le indagini

Nel frattempo per un percorso che finisce ce n’è un altro che inizia. Quello investigativo, con due indagini appena instradate e una terza in procinto di avviarsi. La corte dei Conti del Lazio indagheranno sullo scenario di un danno erariale, i magistrati su peculato e rivelazione del segreto d’ufficio, la fuga di notizie di cui avrebbe beneficiato la manager, in particolare sul G7 della Cultura.

Il nuovo ruolo di Sangiuliano in Rai, le ferie e la solita TeleMeloni

“Un consiglio a Sangiuliano per un suo rientro? Ma quando mai, Sangiuliano è un amico, ritorna in Rai e spero che abbia un ruolo adeguato alle sue capacità”. Così Bruno Vespa sostenuto il ritorno del suo collega pochi giorni fa alla presentazione della nuova stagione di ‘Porta a Porta’ e ‘Cinque Minuti’. Ma Sangiuliano di quel momento di tranquillità deve ancora godere. Prima un po’ di ferie, nel frattempo il governo cercherà di risolvere il problema delle nomine Rai: c’è bisogno di un nome che possa convincere i Cinque Stelle. Una situazione di stallo ‘ sempre più insopportabile’ secondo Usigrai che denuncia “fuga di volti noti, perdita di telespettatori, piano industriale al palo, nessuna trasparenza nella selezione del personale e interviste à la carte a ministri”. Proprio per questo, lasciare Sangiuliano lontano da un ruolo operativo come quello ricoperto in passato da direttore del TG2, aiuterebbe Viale Mazzini a scollarsi di dosso l’appellativo di TeleMeloni. Dopo le ferie.

Redazione

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