Il podcast del direttore
Sanità e immigrati, gli annunci e la propaganda elettorale di Meloni: non si può fermare il governo a ridosso del voto?
I titoli di oggi sono in gran parte sulle attività pre elettorali del governo, dalle norme sulla sanità a una iniziativa di Giorgia Meloni che ha presentato un esposto al procuratore antimafia sull’uso del decreto flussi per regolarizzare gli immigrati.
I giornali titolano in molti con la denuncia di Meloni. Il titolo perfetto è quello de il Manifesto: “Bassi Fini”. La premier non ha fatto altro che presentare un esposto per denunciare un fenomeno più o meno supposto, ma possibile, dietro al click day. Il meccanismo per il quale, in base alla Bossi–Fini, un imprenditore che ha bisogno di un certo numero di lavoratori stagionali immigrati, tramite la procedura telematica se li trova affidati. Si suppone che dietro ci sia anche la criminalità organizzata. Al di là dell’esposto, se le misure di questa legge non funzionano si tratta di cambiare questa legge, ma ovviamente la Meloni non lo ha fatto. Per cambiare la legge serve tempo, un lavoro in parlamento lungo, questo atto prima del voto serve solo a conquistare i titoli dei giornali per ragioni elettorali.
L’altra parte dei titoli è su un’altra misura annunciata dal sapore elettorale, cioè quella sulla sanità. Il quotidiano del Sud titola “Le liste di attesa per ora restano in lista di attesa“, e su questo tema è il più azzeccato. Il punto è che il governo ha fatto un decreto legge che stabilisce che non ci saranno più liste di attesa e che qualunque cittadino avrà diritto entro 72 ore ad avere le sue prestazioni, senza aspettare le calende greche. Ma come questo si finanzierà e si potrà fare non si sa. Verrà deciso entro 60 giorni insieme alla Regioni ma al momento non viene stanziata una lira. In sostanza una bella cosa ma rimane una chiacchiera, un annuncio che lascia il tempo che trova.
La conclusione da trarre da queste due notizie è che in una campagna elettorale bisogna prendere tutto con le pinze. Non solo le promesse dei candidati, che si sprecano, ma bisogna stare attenti a cosa fa chi governa. Perché è grande il sapore puramente propagandistico delle cose che fa un governo a ridosso del voto. Tanto che si potrebbe lanciare una provocazione: come per un po’ di giorni a ridosso del voto si interrompono le attività parlamentari, non sarebbe il caso di fare lo stesso con le attività di governo? Forse è un’esagerazione e un paradosso, perché non si può “bloccare” il paese. Ma basterebbe un po’ di sobrietà in più da parte del governo. Riflessione conclusiva: quanto questi annunci e le altre sparate pre elettorali incidono sul voto?
Piccole postille: Grande spazio alla vittoria di Jannik Sinner e al suo essere diventato numero uno al mondo nel tennis. Ma perché ci piace Sinner? È l’italiano che noi non siamo. Gentile, educato, semplice, modesto, ma tenace, combattente, sempre coi piedi per terra, insomma un ragazzo d’oro oltre che un atleta mostruoso. E a noi tutti fa piacere rispecchiarci in lui, anche perché è bello sentirsi italiani come Sinner anche se non lo siamo. Magari abbiamo tante virtù ma tendiamo a descriverci in maniera più guasconesca rispetto alla sobrietà di Sinner che tanto ci piace.
Giovanni Toti, agli arresti domiciliari, indubbiamente si sta dimostrando un grande capo politico, che tiene la sua maggioranza e riesce a superare il voto di sfiducia nel Consiglio regionale in Liguria.
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