La testimonianza
Sanità, la sfida di Gianfranco Librandi: “Il privato deve supportare il pubblico”. L’esempio di ‘Saronno in Salute’, beneficenza attiva e attaccamento alla comunità
Nel complesso mondo della sanità, il settore privato non deve sostituirsi a quello pubblico, ma affiancarlo e supportarlo. È un principio in cui credo profondamente. Come rilevato dal Quotidiano Sanità che riporta il rapporto del CNEL, la spesa pubblica, sebbene in ripresa dal 2020, è ancora tra le più basse d’Europa – pari al 75,6% del totale – mentre la spesa privata dei cittadini continua a crescere (+5% solo nell’ultimo anno), è altrettanto vero che queste dinamiche economiche e organizzative portano sempre più italiani a rinunciare a cure necessarie.
In un contesto così complesso, è evidente che le risorse pubbliche non sono sufficienti a garantire una svolta significativa nel breve periodo. Ecco perché credo fermamente che il settore privato debba giocare un ruolo attivo. I cittadini hanno bisogno di sapere che il sistema, nel suo complesso, lavora insieme per il loro benessere. Questo significa una collaborazione autentica e sistemica tra pubblico e privato, senza contrapposizioni sterili o percezioni di scarso impegno da una parte o dall’altra. Si parla spesso di “Sistema Paese”, e io sono convinto che questa collaborazione debba esserne un pilastro fondamentale.
Con questo spirito ho dato vita alla Fondazione “Saronno in Salute”, con l’obiettivo di sostenere l’Ospedale di Saronno e il territorio circostante. La nostra missione è chiara: assistere le persone e i malati, sostenendo le attività dell’ospedale attraverso finanziamenti, promuovendo progetti di miglioramento dell’assistenza sanitaria e supportando le associazioni di volontariato che operano presso il presidio. Tutto questo avviene senza alcuna volontà di privatizzazione del servizio sanitario.
Uno dei primi atti della Fondazione è stato l’investimento di due milioni di euro per il rafforzamento tecnologico e strutturale di alcuni reparti dell’Ospedale di Saronno. Questo progetto, che si svilupperà nel triennio 2024-2026, prevede il potenziamento di attrezzature mediche e interventi infrastrutturali. Abbiamo già donato all’Ospedale un microscopio ad alta potenza e un laser chirurgico per il trattamento delle patologie tumorali otorinolaringoiatriche, così come le apparecchiature laser per la cura dell’iperplasia prostatica. E ancora un sistema Spectralis Heidelberg, un laserAcupulse, uno spirometro con cabina pletismografica, un microscopio specifico per gotta. Ad oggi gli interventi messi in campo hanno un valore totale di oltre 600mila euro. Sono già previsti gli acquisti di un’apparecchiatura portatile per scopia, finalizzato alla chirurgia endoscopica e di una apparecchiatura per la somministrazione di onde d’urto, per un valore totale di oltre 120mila euro, oltre ad un densimetro osseo, un ecografo e delle poltrone operatorie oftalmiche, per altri 110mila euro.
Nei prossimi anni, tra il 2025 e il 2026, sono previsti interventi sui blocchi operatori, nuove attrezzature e ristrutturazioni di un intero padiglione ospedaliero. Un Comitato tecnico-scientifico garantirà il buon funzionamento della Fondazione e la gestione delle risorse. Il nostro impegno non si limita solo agli aspetti materiali: stiamo lavorando anche per aumentare il numero di anestesisti e cardiologi all’interno dell’ospedale e per sostenere la ricerca scientifica. È una forma di beneficenza attiva, motivata dall’attaccamento alla comunità in cui siamo nati e cresciuti. La responsabile dell’ASST Valle Olona collabora con i Responsabili della fondazione dando alla fondazione le indicazioni ricevute dai primari, per pianificare un’attività di rinnovamento tecnologico delle attrezzature e del modo di operare nella sanità (telemedicina, medicina predittiva), tracciando la strada da seguire Questa attività dimostra che è possibile che la volontà di agire nell’interesse dei cittadini in modo trasversale collabori con forze sociali differenti, senza distinzioni di orientamento politico, mettendo al centro la nostra funzione pubblica .
Credo che il modello di collaborazione pubblico-privato che stiamo portando avanti possa diventare un esempio anche per altre realtà territoriali, a maggior ragione nell’area metropolitana di Milano, dove le realtà ospedaliere di eccellenza sono numerose e dove l’impresa privata può e deve restituire proprio nella salute pubblica le prospettive di prosperità che la città assicura.
La salute è un bene comune, e per tutelarla è necessario unire le forze, superando le barriere tra pubblico e privato. Solo così potremo garantire un futuro più sano e solidale per tutti.
© Riproduzione riservata