Non è inverosimile che questa la loggia Ungheria esista per davvero. Lo ha detto il direttore de Il Riformista Piero Sansonetti in un’intervista a Libero. “Anzi, per me potrebbero esistere pure una loggia Bulgaria, Cecoslovacchia, Romania – ha aggiunto Sansonetti replicando a Giorgio Specchia – Il punto vero è che quello che sta succedendo dentro una magistratura che opera nella totale illegalità, io lo denuncio da tempo. Ci sono oramai episodi, fatti, comportamenti che superano la mia fantasia. Gli atteggiamenti di Davigo sono di una gravità inaudita, ma ancor di più lo è un potere dello Stato, quello dei magistrati che da anni schiaccia gli altri senza che nessuno reagisca”.

Piercamillo Davigo, il “Dottor Sottile” di Mani Pulite, ex consigliere del Csm, anche detto “PierCavillo”, quindi “Pieranguillo” in ultimo dall’ex magistrato Alfredo Robledo, è al centro della questione “Ungheria”. Ha ricevuto i verbali degli interrogatori dell’avvocato Piero Amara in formato word, dal giudice di Milano Paolo Storari, e invece di comunicare il tutto formalmente al Consiglio, ha soltanto accennato informalmente ad alcune personalità del caso. La sua ex segretaria, Marcella Contrafatto, è la principale sospettata di aver fatto trapelare quegli stessi verbali ai quotidiani La Repubblica e Il Fatto Quotidiano. A denunciare la vicenda Nino Di Matteo, consigliere del Csm, che pure aveva ricevuto quei verbali.

“Davigo si presentava come Savonarola – la risposta di Sansonetti – invece ci fa la figura di un bulletto qualunque. Se le cose che ha fatto lui le avesse fatte un politico sarebbe già stato incriminato. Invece qui, inspiegabilmente, non è nemmeno indiziato di reato. Io non so se i documenti li avesse spediti la segretaria con o senza il suo consenso, ma a questo punto non è essenziale”.

Le radici del problema, della crisi della magistratura, esacerbata ed esplosa con il caso Palamara e quindi con quello della Loggia Ungheria, per Sansonetti risalgono a molti anni fa, agli anni ’70. “La conclusione è che la magistratura non ricerca più la Giustizia ma la gestione del potere. Non siamo un Paese normale”. E Specchia cita nell’intervista un sondaggio pubblicato da Libero nel quale si riporta che il 77% degli italiani non si fida più dei giudici.

Sulla trincea delle riforme vanno cancellate “la Bonafede, e la Spazzacorrotti e tutte le altre leggi terribili maturate nel ‘periodo del terrore’ (ma, tieni conto che a quelle leggi ha partecipato anche Salvini nel governo giallo verde)” che invece sulla raccolta firme per quattro referendum sulle carriere, la magistratura, il Csm sta “facendo la cosa migliore da quando lo conosco, e con lui non sono mai stato tenero”. E quindi il referendum è l’unico strumento per superare “in aula il partito dei giudici”, ovvero il Movimento 5 Stelle, al quale “togli la forza, il patibolo, che rimane? I discorsi di Grillo?”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.