Basta una indagine, un fascicolo aperto per accertamenti a scatenare il putiferio e a dare il là al ‘gioco’ preferito da patiti e media: la gogna. La vittima di turno è Daniela Santanché, ministra del Turismo del governo Meloni, tirata in ballo da una inchiesta di Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci, per la gestione finanziaria della sua azienda (Visibilia, quotata in Borsa) fatta di “bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione e ditte del tanto celebrato Made in Italy messe in difficoltà o addirittura strozzate dal mancato saldo delle forniture” e l’uso della cassa integrazione Covid, richiesta legittimamente da tante imprese, durante la pandemia.

Dopo giorni di polemiche, richieste di riferire in aula (arrivata anche dall’alleata Lega) o addirittura di dimissioni (il sogno dell’opposizione), la ministra Santanché – da Ischia – affronta a viso aperto la questione e annuncia di non aver alcun problema a riferire il Parlamento. “Sono vent’anni che faccio politica, la vede la mia faccia? Ce l’ho sempre messa, se verrà formalizzata la richiesta che devo andare a riferire in Parlamento sarò fiera e orgogliosa di farlo”.
A chi le chiedeva se tema un rinvio a giudizio, la ministra ha ricordato: “Non ho ricevuto un avviso di garanzia, non capisco come si possa parlare di rinvio a giudizio”. Anche la premier Meloni ha invitato la sua ministra a riferire in aula: “Io penso che non ci sia nessun problema a riferire in Parlamento. E’ una richiesta legittima del Parlamento, sono contenta che il ministro Santanchè abbia dato la sua disponibilità. L’ho vista tranquilla in queste ore, come sono tranquilla io”.

 

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