Una nuova traccia fiutata riaccende la speranza di poter ritrovare Sara Pedri. Dal quel 4 marzo 2021 la famiglia non ha smesso di sperare e di desiderare sopra ogni cosa di ritrovare il corpo di Sara Pedri, la ginecologa 31enne di Forlì. Da quella maledetta data di Sara si sono completamente perse le tracce. L’unico indizio era la sua auto trovata vicino al Lago di Santa Giustina, al centro della Val di Non, in Trentino. E da qui l’ipotesi che la dottoressa avesse deciso di togliersi la vita gettandosi nelle acque di quel lago dopo aver inviato una lettera di dimissioni all’azienda sanitaria dove lavorava in un clima di pressione tremenda. Da allora le ricerche non sono mai finite, in particolar modo durante i periodi di secca, come è successo a ottobre scorso e come è successo adesso.

Nessuno ha mai perso la speranza di poter trovare almeno il corpo di Sara, per “chiudere quel cerchio di dolore”, come tante volte ha dett0 la sorella Emanuela che non lascia un istante la sua famiglia addolorata che ogni 4 del mese non manca di ricordare Sara con la speranza di poterle dare almeno l’ultimo saluto. Non si sono mai arresi e non lo hanno fatto neppure i soccorritori, i vigili del fuoco volontari della val di Non, i colleghi del corpo permanente e i carabinieri della compagnia di Cles che non hanno mai smesso di cercare nel Lago di Santa Giustina. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, a ottobre i sommozzatori avevano perlustrato il bacino artificiale ma i fondali fangosi hanno reso difficili le operazioni che erano state sospese.

Ora il lago è in secca e le condizioni sono tornate favorevoli il livello dell’acqua abbassato dopo una stagione invernale con scarse precipitazioni e il bel tempo hanno consentito alle squadre di soccorritori di intensificare le operazioni di ricerca concentrandosi in particolare sulle sponde riemerse del lago. Nelle operazioni sono stati impiegati una trentina di uomini e un cane ricerca cadaveri altamente specializzato del Nucleo cinofili carabinieri di Bologna che hanno perlustrato le rive scoscese del bacino, in particolare in località Castellaz, nella parte nord del lago, dove affluisce il fiume Noce. Ed è lì che uno dei cani da ricerca del Nucleo di Bologna ha fiutato una traccia di Sara. Era il 25 marzo. Per questo poi le ricerche si sono intensificate.

Le ricerche sono state effettuate con l’ausilio dei vigili del fuoco volontari e di escavatori che hanno rimosso detriti e il massiccio limo depositatosi nel tempo. Sono stati effettuati scavi, movimentati centinaia di metri cubi di terra e fango, in particolare nell’area dove il cane aveva dato un segnale, ma purtroppo le ricerche si sono rivelate ancora una volta vane. Della giovane ginecologa ancora nessuna traccia e neppure dell’uomo inghiottito dalle acque del bacino nel 2015. E’ come se quel lago inghiottisse tutto facendone perdere le tracce. Le operazioni proseguiranno anche nei prossimi mesi con i consueti e periodici servizi perlustrativi effettuati dai vigili del fuoco volontari attraverso i gommoni e i natanti, ma resta alta anche l’attenzione da parte di pescatori, sportivi, residenti e frequentatori del lago che rappresentano un aiuto importante per eventuali segnalazioni. Dalla scomparsa di Sara sono passati due anni ma per la famiglia sarebbe fondamentale poterle dire addio per l’ultima volta.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.