L’odissea del trasporti a Napoli si è arricchita, nell’ultimo mese, di nuove dolenti pagine, con la linea 1 della Metropolitana (gestita dall’Anm, azienda che fa capo al comune di Napoli) che ha registrato in media un guasto ogni due giorni e il traffico paralizzato anche a causa di un crollo nella Galleria Vittoria che ha condizionato i piani di traffico di tutto il centro città. Dulcis in fundo, le misure anti-covid, che spesso finiscono per provocare paradossali assembramenti e disagi diffusi.

Come è facile immaginare, i momenti più critici si segnalano al mattino e al termine dell’orario d’ufficio, quando migliaia di persone si trovano ammassate, spesso costrette in interminabili code per l’accesso ai tornelli. Le linee con i disagi più grandi sono, oltre alla Linea 1 della metro, la Cumana e soprattutto la linea Circumflegrea, che collega il centro di Napoli con l’area nord-occidentale della città. Su questa linea, soprattutto in stazioni fornite di un unico binario per entrambi i sensi di marcia, come le fermate “Piave”, “Rione Traiano”, “La Trencia”, anche sulle banchine gli assembramenti sono inevitabili.

Le ultime disposizioni in materia di contrasto al contagio presenti nelle ordinanze del Governatore Vincenzo De Luca pongono nuovamente limiti all’orario e ai servizi di alcuni esercizi commerciali. Nemico giurato: la movida, foriera di potenziali focolai considerati i grandi numeri di giovani che soprattutto nel week end affollano i quartieri del divertimento. Per le persone che abbiamo incontrato durante il nostro breve viaggio in Circumflegrea, non c’è dubbio: queste disposizioni assumono tratti squisitamente punitivi, e sembrano dirette solo ad alcune fasce d’età, mentre i mezzi di trasporto con cui tutte i santi giorni i cittadini napoletani vanno a lavorare, misteriosamente non subiscono ulteriori controlli e limitazioni, pur diventando quotidianamente vere e proprie saune su ruote.

I rischi di contagio in situazioni analoghe sono altissimi ma per il momento non sono state trovate soluzioni adeguate. I treni a disposizione di Eav e Anm scarseggiano, i guasti e i disservizi sono all’ordine del giorno e creano numerosi disagi ai cittadini che quotidianamente si recano a lavoro.

LA VISIONE DI DE GREGORIO – Sulla vicenda è intervento Umberto de Gregorio, presidente Eav (azienda del trasporto pubblico regionale). Il manager ammette che “i treni sono affollati nell’ora di punta” ma poi generalizza paragonando i disagi del trasporto pubblico napoletano a quelli di Venezia, Roma e Milano.

Secondo de Gregorio i treni sono affollati “ma nei limiti consentiti dalla norma in vigore, cioè con l’80 per cento dei posti disponibili da libretto di circolazione. I dati ufficiali di EAV ci parlano di treni al massimo al 70 per cento. Certo ci possono poi essere situazioni particolarmente critiche ma sono casi del tutto isolati. La folla quindi è prevista dalle regole nazionali e si trova a Napoli come a Venezia (qui è previsto addirittura il 100 per cento) a Roma e Milano”.

Il presidente Eav propone “una differenziazione negli orari di ingresso in uffici pubblici e privati, nei negozi e nelle scuole. Ma di questo nessuno parla. Le aziende di trasporto sono aziende come altre – aggiunge – i dipendenti godono delle agevolazioni Covid per legge 104, congedi parentali, lavoratori fragili, malattie, quarantena. Questo crea inevitabilmente problemi nella gestione. Ma nonostante tutto questo viene garantito il servizio, come sempre e con i limiti di sempre”.

Poi scarica la colpa sul Governo: “Con il covid abbiamo perso decine di milioni di euro dai ricavi da traffico ed abbiamo milioni di euro in più come costi Covid (mascherine, sanificazione, ecc). Il governo non ci ha fatto avere ancora nemmeno un euro di quanto promesso (comunque poco)”. De Gregorio ricorda che “l’Eav ha 150 stazioni. Impossibile fare il contingentamento in salita per evitare affollamenti: non lo si fa neanche nelle ferrovie del nord. Unica soluzione è fermare il treno troppo affollato e far intervenire le forze dell’ordine. Ma questo determina a catena ulteriori ritardi e soppressioni e quindi nei treni successivi maggiore affollamenti. I cittadini indossino sempre la mascherina ed usino i mezzi pubblici solo quando necessario“.

Amedeo Junod

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