Un detenuto di 41 anni è evaso nel pomeriggio di domenica 17 gennaio da carcere di Rebibbia a Roma scavalcando il muro di recinzione.

“L’allarme è scattato verso le ore 16.10 odierne dalla sala operativa della Casa di Reclusione romana di Rebibbia, da dove un detenuto italiano è riuscito a evadere. Immediatamente sono state avviate le ricerche. Non è ancora chiara la dinamica dell’evento, ma di nuovo mette a nudo l’emergenza penitenziaria che si combatte quotidianamente su più fronti e per la cui risoluzione sono indispensabili interventi urgenti, tangibili e incisivi”. A commentare l’evasione è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

L’evaso si chiama Manolo Gambini, arrestato Cerveteri (comune a nord di Roma) e detenuto a Rebibbia da marzo del 2020. Le ricerche sono scattate subito e sono tutt’ora in corso.

Si tratta della seconda evasione avvenuta in pochi mesi nel carcere romano. La precedente si è verificata a inizio giugno e aveva visto protagonisti Davad Zukanovic, 40 anni, e Lil Ahmetovic, 46 anni, cugini di etnia rom, arrestati dopo circa due settimane di fuga.

”Come abbiamo denunciato più volte, l’emergenza connessa alla pandemia da coronavirus nelle carceri, caratterizzata anche dalle rivolte del marzo dello scorso anno – commenta De Fazio – si è andata a sommare all’emergenza preesistente da tempi remoti e fatta di inefficienze strutturali, carenze e inattualità tecnologiche, deficit organizzativi e, soprattutto, dell’inadeguatezza delle dotazioni organiche della Polizia penitenziaria che, secondo uno studio condotto dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ammonta a oltre 17mila unità”.

“Se a questo – aggiunge – si assommano le assenze dal servizio per Covid-19 e per isolamento precauzionale, è di tutta evidenza che se il sistema ancora in qualche misura regge, senza andare esattamente in frantumi, lo si deve solo al diuturno ed encomiabile sacrificio individuale di ciascun operatore, delle diverse professionalità – Solo pochi giorni fa, peraltro, – prosegue il Segretario della UILPA PP – avevamo commentato l’atto di programmazione per l’anno 2021 e per il triennio 2021-2023 predisposto dal Capo del DAP Petralia e che, fra l’altro, prevede appunto il rafforzamento dell’ordine e della sicurezza delle strutture penitenziarie, l’ammodernamento tecnologico, l’ampliamento delle dotazioni organiche della Polizia penitenziaria e il potenziamento dell’equipaggiamento, invocando concretezza e rapidità”.

“In esito a quest’ennesimo evento negativo che ancora una volta evidenzia le falle del sistema carcerario – conclude De Fazio -, le quali evidentemente compromettono la validità di tutto il processo di esecuzione penale, non possiamo che chiedere nuovamente alla politica, che appare più impegnata in logiche di spartizione e guerre di potere, e al Governo, qualunque esso sia, misure eccezionali per sostenere le carceri e coloro che vi operano, i quali da troppi anni conducono senza adeguato supporto una battaglia aperta su più fronti, non solo quello sanitario”.

Redazione

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