È attesa oggi, nelle zone devastate dalle alluvioni dei giorni scorsi, la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il bilancio delle vittime è salito in Germania ad almeno 156 vittime, 27 in Belgio. Quindi più di 180. E sono ancora centinaia i dispersi. Merkel nei giorni scorsi aveva parlato di “catastrofe, si può parlare di una tragedia” e si era detta “sconvolta dalle notizie in arrivo. Sono ore in cui parlare di una forte pioggia e di alluvione descrive la situazione in modo insufficiente. È davvero una catastrofe”. La cancelliera visiterà oggi la località di Schuld, prima di recarsi ad Adenau con Malu Dreyer, il premier della Renania-Palatinato, dove si sono verificate almeno 110 vittime. È il land più colpito con il Nord Reno-Vestfalia, messo in ginocchio da piogge torrenziali e disastrose inondazioni di fiumi e canali artificiali. Il bollettino della polizia tedesca riporta inoltre almeno 670 feriti e decine di sfollati.

Più di centomila case sono senza elettricità. Martedì il Belgio osserverà una giornata di lutto nazionale per le vittime. 103 i dispersi. Danni e allerta anche in Olanda. Il premier olandese Mark Rutte ha parlato chiaramente di disastro dovuto al cambiamento climatico. Almeno 77 miliardi di euro di danni hanno causato dal 1995 al 2017 le alluvioni, le tempeste, la siccità e i terremoti secondo il progetto di ricerca Titan del programma europeo Espon.

È quindi corsa contro il tempo per soccorrere e salvare i superstiti. Si cerca sotto le macerie degli edifici, si scava. È sceso in campo l’esercito. Il distretto più colpito è quello di Ahrweiler, in Renania Palatinato, 98 lee vittime. 43 nel Nord Reno-Vestfalia. Decinee di persone risultano ancora disperse. Troppo presto per quantificare i danni economici, che avranno proporzioni enormi. Le piogge si sono intanto spostate nella zona orientale della Germania, verso la Sassonia. E già sono caduti fino a 100 litri d’acqua per metro quadro.

A preoccupare è anche la tenuta della diga di Steinbach, nel distretto di Euskirchen. L’amministrazione del distretto di Colonia ha fatto sapere ieri che potrebbe ancora cedere. Dovrebbe essere svuotata per due terzi entro oggi pomeriggio. Il ministro dell’Interno della Renania-Palatinato Roger Lewentz ha riferito che “quando svuotiamo le cantine dall’acqua continuano ad affiorare vittime”. Nella sua zona sono caduti fino a 150 litri di pioggia per metro quadrato in 24 ore. Una zona turistica, famosa per le colline e il vino, devastata, inondata e quindi minacciata dalle frane.

Ieri a Erfstadt le visite del Presidente della Repubblica Federale Frank-Walter Steinmeier e il ministro Presidente del Nord Reno-Vestfalia Armin Laschet. Quest’ultimo è finito però nella bufera dopo le immagini che lo hanno ripreso, in gruppo con il Presidente e le autorità locali, mentre rideva. Lo stesso ministro che aveva parlato di “disastro del secolo” si è dovuto scusare. È il candidato cancelliere della Cdu alle prossime elezioni ed è spesso criticato per le sue posizioni sull’ambientalismo, meno propenso di altri a riconoscere il superamento dell’energia fossile e la riduzione delle emissioni di gas serra.

Il Reno in questi giorni ha intanto raggiungo un’altezza di 8 metri superiore al suo libello abituale: 8,06 metri a Colonia. Il servizio meteorologico tedesco ha spiegato che la devastante ondata di piogge è stata causata da un’area di bassa pressione che ha occupato la Germania occidentale che è stata affiancata su tutti i lati da aree di alta pressione.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.