Il derby per la segreteria
Schlein contro Bonaccini, sfida tv a distanza per la leadership del PD: convergenza sul “partito del lavoro”, non sul cambio del nome

La sfida televisiva c’è stata, in contemporanea ma a distanza. Elly Schlein e Stefano Bonaccini, i due candidati alla segreteria del Partito Democratico che salvo sorprese si contenderanno la leadership del Nazareno, si sono affrontati in duello a distanza.
Schlein, ex vice proprio di Bonaccini alla Regione Emilia Romagna, eletta come indipendente alla Camera con i Dem, nel salotto televisivo di Fazio Fazio a ‘Che tempo che fa’ su Rai3, il governatore invece ospite di ‘In onda’ su La7.
Un confronto che ha fornito diversi spunti interessanti. Sulla rete pubblica Schlein ha annunciato che prenderà la tessera del partito, da cui era uscita nel 2015 in rotta con la direzione presa dai Dem guidati da Matteo Renzi. “Domani (oggi, ndr) prenderò la tessera del Pd a Bologna, bisogna dare voce alla base, senza la base scordiamoci le altezze”, ha detto la deputata, che si recherà nel pomeriggio alla Bolognina per ritirare la sua tessera da iscritta, “un circolo molto importate per me”. La Bolognina è il luogo dove l’allora segretario comunista Achille Occhetto annunciò che il PCI avrebbe cambiato nome.
Partito Democratico che dovrà rinnovarsi profondamente. È questo uno dei punti chiave del programma della 37enne originaria di Lugano, rivoluzione che potrebbe partire proprio dal nome. “Cambiare il nome del PD è uno dei temi da affrontare. Nel nuovo nome dovrà essere inserito il concetto del ‘partito del lavoro’”, anche se non sarà sicuramente PaDeL, come emerso nelle scorse settimane di dibattito sul futuro dei Dem.
“Se sarò segretaria del @pdnetwork chiederò a Bonaccini di dare una mano e stare uniti, chiunque vinca si lavora insieme.”
– @ellyesse a #CTCF pic.twitter.com/uU4g4aaa4M
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) December 11, 2022
Schlein che sottolinea nel suo intervento di non intendere fare “una nuova corrente, non offro posti, e non mi siederò a trattare sulle liste con i capibastone e i capicorrente locali”. Quanto al rapporto con Bonaccini, suo principale contendente e suo ‘capo’ in Regione, Schlein ha sottolineato che tra i due “c’è un rapporto di stima” ma un ticket non sarebbe possibile “perché è giusto mettere a confronto due visioni diverse. Io vorrei mettere al centro le questioni dimenticate: innanzitutto il precariato, dimenticato dal governo Meloni e di cui la destra non parla mai, così come l’emergenza climatica e le diseguaglianze territoriali”.
Però “se sarò segretaria del Pd chiederò a Bonaccini di dare una mano e stare uniti, chiunque vinca si lavora insieme“.
L’intervento di Bonaccini
Un punto questo che trova d’accordo anche Bonaccini, che ha utilizzato le stesse parole intervenendo nel pomeriggio di domenica a Termoli, durante il suo “tour” per la candidatura a segretario nazionale. In tv invece, a ‘In onda’, ha ribadito che “non mi sentirete mai dire qualcosa di negativo su di lei”.
Quanto alla sua, di candidatura, il presidente dell’Emilia Romagna ha sottolineato di avere “giusta esperienza, ma anche la voglia di cambiare”, per spingere il partito a “ritrovare la propria identità”, di una sinistra “che sta in mezzo alla gente più popolare, ma non populista”.
Qatargate, Il candidato alla segreteria del PD @sbonaccini, ospite di @concitadeg e @DAVIDPARENZO, sul caso di corruzione che vede coinvolti diversi membri del Parlamento Europeo. #Qatargate #inonda https://t.co/DSGtINTwuO
— In Onda (@InOndaLa7) December 11, 2022
A differenza della sua ex vice, da Bonaccini nessuna menzione ad un possibile nuovo nome per il PD, ma l’attenzione al mondo del lavoro resta una chiave: “Credo che serva un partito che rappresenti meglio il mondo del lavoro, anzi dei lavori, perché il lavoro è cambiato: ci sono moltissimi precari, ci sono milioni di partite iva e autonomi lasciati colpevolmente in mano alla destra. Poi c’è l’impresa: che quando e sana e seria è un valore”.
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