Nella teoria dei numeri ci sono stati due misteri affascinanti e bellissimi, due congetture a lungo non dimostrate. Il primo è la congettura di Fermat. Pierre de Fermat era un giudice francese vissuto nel diciassettesimo secolo e grande appassionato di matematica. Studiando il teorema di Pitagora, questo giudice un po’ mattacchione scrisse una nota a margine con la quale affermava che è impossibile scrivere un cubo come somma di due cubi, o una quarta potenza come somma di due quarte potenze o, in generale, nessun numero che sia una potenza maggiore di due può essere scritto come somma di potenze dello stesso valore.

Da congettura a teorema

Quando nel 1637  il giudice scrisse questa nota, aggiunse di averne una bellissima dimostrazione, ma che era troppo lunga e non poteva essere contenuta nello spazio di quella nota. La dimostrazione non si trovò mai e solo più di tre secoli dopo, nel 1994, il matematico britannico Andrew Wiles riuscì a dimostrarlo, trasformandolo da congettura in teorema. La congettura, infatti, è una proposizione matematica non dimostrata, ma considerata molto probabile e quasi certa. Il teorema è, invece, una proposizione dimostrata, e dunque vera. Resiste ancora l’altro grande mistero, la congettura di Goldbach. Questa proposizione fu enunciata per la prima volta dal matematico prussiano Christian Goldbach, e affermava che ogni numero maggiore di 5 può essere scritto come somma di tre numeri primi.

Le elezioni sono delle congetture

Inviata da Goldbach a Eulero con una lettera, fu riscritta da Eulero nella formulazione corretta che conosciamo oggi, che ogni numero maggiore di due può essere espresso come somma di due numeri primi. Ad esempio quattro può essere espresso come due più due, sei come tre più tre, otto come tre più cinque, e così all’infinito. Numerosi matematici, come avvenne per l’ultimo teorema di Fermat, si sono dedicati nei decenni e oramai nei secoli a questa dimostrazione, fino ad ora senza successo. Nonostante l’apparente semplicità della proposizione, in realtà questa congettura nasconde una notevolissima complessità matematica, coinvolgendo le proprietà dei numeri e la loro distribuzione. Alcuni numeri possono essere la somma di due numeri primi diversi tra loro oppure la somma di due numeri gemelli, come nel caso di 10, che può essere dato da 3 più sette o da cinque più cinque. Le elezioni, un po’ tutte le elezioni, sono delle congetture. Gli osservatori, i sondaggisti, i commentatori, ipotizzano un risultato e spesso colgono i tratti fondamentali, che sono dati dalla percezione diffusa. Si ipotizzava un forte calo della partecipazione, e c’è stata. Si ipotizzava un duello tra la maggiore forza di governo e la maggiore forza di opposizione, e c’è stato. Si ipotizzavano successi e insuccessi, e possiamo dire che l’andamento del voto ha rispecchiato le sensazioni, come avviene con le congetture. Dal voto emergono in particolare due numeri primi gemelli, anzi gemelli diversi, come sono due numeri primi consecutivi che differiscono solo per due unità, per esempio il diciassette e il diciannove.

Le due gemelle diverse

I due gemelli diversi sono Giorgia Meloni ed Elly Schlein. Le due leader, una della destra e l’altra della sinistra italiana, non potrebbero essere più diverse: nel fisico, nell’atteggiamento, nell’eloquio, nella storia familiare, nel percorso personale e sociale, in quello politico. Meloni è una donna che viene da un quartiere popolare di Roma, che si è costruita nella militanza dal basso senza avere alle spalle una famiglia potente e ricca, che ha dovuto sgomitare e aspettare per emergere e che poi – con una tenacia e una capacità non comune – si è imposta. Non sembra avere una grande cultura e una grande raffinatezza, Giorgia, ma ha intùito, è scaltra, è spietata. La prima donna presidente del Consiglio e continua a rafforzarsi. Questo voto le può consegnare anche la ribalta europea.

Elly Schlein è invece una predestinata. Famiglia potente alle spalle, genitori importanti accademici, di nascita svizzera e cittadinanza statunitense, scuole all’estero, percorso di studi da prima della classe. Il suo percorso politico è stato molto più facile e veloce, come si diceva di Berlinguer si è iscritta giovanissima alla segreteria del partito. Eppure queste due giovani donne ora sono il centro e la nouvelle vague della politica italiana e forse europea. Con intelligenza, come due numeri primi, hanno saputo utilizzare l’una l’altra per fare il vuoto intorno a loro. Vedremo se sapranno continuare, battagliando, e trasformare l’enigma della transizione italiana nel teorema di una nuova fase.

Pietro Maiorana

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