Il dialogo
Sciopero balneari, venerdì ombrelloni chiusi. Il Cdm rimanda tutto a dopo le vacanze e l’Italia rischia il deferimento alla Corte di Giustizia
È arrivato il tempo di chiudere gli ombrelloni. Confermato per venerdì 9 agosto lo sciopero di due ore dei balneari, in attesa di risposte dal governo. Proclamato da Sib-Confcommercio e Fiba Confesercenti, i principali sindacati balneari. Non si tratterà di uno sciopero unitario in quanto molte sigle hanno deciso di non partecipare, restando però in attesa di un segnale, un appello affinché l’esecutivo intervenga per evitare lo stato di confusione che si sta generando nel comporto, ma che non è stato affrontato neppure quest’oggi in Consiglio dei Ministri, l’ultimo prima della pausa della politica estiva.
Il dialogo con la Commissione
Un portavoce dell’esecutivo Ue, ha ricordato che la Commissione Europea “è in stretto contatto con le autorità italiane per discutere possibili soluzioni”, i proprietari da parte loro pretendono dal governo regole chiare e uniche per tutto il territorio nazionale per le gare, per evitare il rischio di una situazione a macchia di leopardo, considerando che alcuni enti locali e regionali avevano già iniziato a organizzarle. “C’è un confronto sul parere motivato della commissione europea che va avanti, con le sue complessità” conferma il ministro Raffaele Fitto, ma la delusione del settore per l’esecutivo è palpabile. Il governo aveva promesso il blocco delle gare previste dalla direttiva Bolkstein. “Quando era ai banchi dell’opposizione, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni tuonava contro la norma e prometteva che avrebbe salvato i balneari dalle gare; mentre da quando si trova a capo del governo, non ha fatto nulla di concreto”, ha detto Antonio Capacchione, presidente di Sib-Confcommercio.
Il deferimento
Una storia di concessioni scadute, di una proroga illegittima, di una direttiva non recepita. La risposta alla mancanza di nuove gare, che il governo italiano ha inviato il il 16 novembre 2023 alla Commissione Europea, comprendeva una mappa delle coste italiane ricostruita da Palazzo Chigi, secondo cui solo il 33% dei litorali sarebbe occupato da imprese balneari, allontanando pertanto il principio della “scarsità di risorsa” previsto dalla direttiva Bolkestein per effettuare le gare delle concessioni. Roma rispondeva così al parere motivato con cui a novembre Bruxelles aveva sancito un passo avanti nella procedura di infrazione per il mancato adeguamento dell’Italia alla direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari. Risposta insufficiente.
Ora secondo le procedure d’infrazione, se il paese continua a non ottemperare, la Commissione può decidere di deferire la questione alla Corte di giustizia, anche se la maggior parte dei casi viene risolta prima. Oggi il governo fa sapere che “in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri” verrà esaminato e approvato il provvedimento di riordino delle concessioni per un delimitare un quadro giuridico certo. Lo sciopero può andare avanti, se ne riparla a fine estate.
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