I tafferugli
Scontri a Montecitorio, commercianti invocano aperture: spunta il Jake Angeli italiano
Tensione e tafferugli in piazza Montecitorio, nella piazza nei pressi della Camera dei deputati tra Polizia e manifestanti. A protestare commercianti e titolari di attività che chiedono riaperture. Categorie piagate dalla crisi provocata dall’emergenza coronavirus. Per tutto il mese di aprile, secondo quanto previsto dal decreto del governo, non ci saranno Zone Gialle. L’Italia sarà tutta Arancione e Gialla. La situazione è comunque rientrata.
Tra i manifestanti le bandiere blu di Italexit, il movimento del senatore ex del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone, e un uomo vestito come l’appartenente al movimento Q-Anon che fece irruzione al Congresso Usa a Washington. Il famoso Jake Angeli. Le sue immagini fecero il giro del mondo. Il manifestante con il copricapo di pelo e le corna – e il viso dipinto col tricolore italiano – ricorda proprio quello reso celebre dall’assalto al Parlamento statunitense a inizio anno.
Alcuni manifestanti sono stati fermati dalla polizia, con relativo sequestro di oggetti. Al grido di “buffoni” e “libertà” hanno cercato in diverse occasioni di sfondare il cordone delle forze dell’ordine. In una fase si erano diretti verso piazza Colonna, davanti alla Presidenza del Consiglio. Per AdnKronos sono circa 800 le persone in piazza tra ristoratori, esercenti, titolari di palestre. Una donna ha accusato un malore ed è stata trasportata a braccia fuori dalla calca.
“Crediamo che sia necessario ribellarsi ai Dpcm che calpestano il diritto al lavoro. Quella di oggi è una protesta sacrosanta. Non staremo a guardare il nostro popolo morire un Dpcm alla volta”, ha scritto su Twitter l’account di CasaPound, movimento e partito neo-fascista, pubblicando le foto della manifestazione. Alcuni poliziotti sono rimasti lievemente feriti dal lancio di bottigliette. Un poliziotto è stato ferito al volto, un taglio sul sopracciglio. È stato soccorso prima a Palazzo Chigi e quindi trasportato in ospedale.
I manifestanti hanno intonato anche l’Inno di Mameli e cori contro la polizia. Dicono di voler lavorare e descrivono quella di oggi come una “manifestazione della disperazione”. Puntano a restare, “qualcuno primo o poi dovrà riceverci”, scrive AdnKronos. Il clima resta comunque teso.
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