Una lite da social
Scontro Roccella-studenti, perché hanno tutti torto: urla e like annientano i contenuti
Hanno tutti torto. Ma soprattutto nessuno ha capito niente. Quella che è andata in scena ieri mattina agli Stati Generali della Natalità (nome vagamente sovietico) tra gli studenti e la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella è stata più che altro una battaglia di posizione. Atti dimostrativi. Scontri da social network. Senza mai entrare nel merito.
Più like che dialettica
Quel che realmente interessa i contendenti è la conta finale dei like (e ha stravinto Roccella che ha incassato anche la solidarietà del Quirinale). Sono ormai lontani gli anni del dibattito, della disfida a colpi di dialettica. Oggi ovunque impera la dinamica da talk-show televisivo becero. Più urli, più funzioni.
Entrambe le fazioni hanno soddisfatto la propria base. Gli studenti – che hanno ricordato di essere stati invitati dal ministro Valditara – hanno impedito a Roccella di parlare brandendo le sue posizioni sull’aborto, rimarcando la frase “purtroppo in Italia l’aborto è un diritto”. In realtà disse “purtroppo è una libertà delle donne”, la sostanza non cambia. Hanno fischiato e contestato. E chi impedisce a un altro di parlare, finisce dalla parte del torto. Mediaticamente, hanno perso loro.
La campagna elettorale
Roccella a sua volta è stata lesta a rovesciare la situazione in proprio favore. La campagna elettorale è appena cominciata. Lei è corsa su Facebook e ha scritto: “Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Scurati, Saviano, Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la “grande stampa” e la “stampa militante” che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare…” eccetera eccetera. Sullo sfondo resta la totale assenza contenuti.
Come di politiche per le famiglie. Di leggi e sostegni reali per chi mette al mondo bambini, talvolta in condizioni precarie e magari da sole. E questa tetra sensazione che prima o poi l’attacco alla legge 194 sarà sferrato.
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