Maddalena Corvaglia, sul suo profilo Instagram da oltre un milione di follower, ha pubblicato un video che ha raccolto rapidamente migliaia di reactions, tra le quali commenti ironici e critiche. Non abbiamo più traccia dei commenti, ma fortunatamente il video è ancora lì. «Se un uomo che si identifica in una donna ha il diritto di combattere alle Olimpiadi contro una donna allora un bambino che si identifica in un adulto ha il diritto di guidare una macchina e acquistare bevande alcoliche? In che direzione stiamo andando? Te lo sei chiesto? Se un anziano si identifica in un bambino di 4 anni e ha il diritto di essere trattato come tale può quindi accedere all’asilo? Se una bambina si identifica in un labrador e ha il diritto di essere trattata da labrador ha anche il diritto di andare al parchetto dei cani invece che a scuola? Dove ci porterà tutto questo? Se un uomo si identifica con una coccinella e ha il diritto di essere trattato da coccinella può venire a vivere nel tuo giardino? Dobbiamo fare attenzione perché la domanda a questo punto non è più se sia giusto o sbagliato, la domanda da porsi è: quale sarà il limite? Ci sarà un limite? Prova a pensarci: non c’è un limite!» Poi, su sfondo nero, la call to action: «Fermiamo questa follia ora.»

Come creare una polemica

Oramai, l’inclusione è in tema divisivo e terreno di scontro e questo post è un esempio da manuale su come creare una polemica. Scopriamo come farne uno anche noi! Per prima cosa, scegli un tema complesso, possibilmente sul quale circolano fake news, nello specifico che Imane Khelif sia un uomo. Semplificalo, senza approfondire o documentarti. Rimuovi tutta la complessità, ad esempio la questione dell’intersessualità. Quindi, elimina tutte le spiegazioni scientifiche ed estremizza la questione. Nel messaggio, inizia a ragionare (questa parola è una forzatura, ma non trovo un sinonimo) “per assurdo”, fai esempi lontani dalla realtà e dal quotidiano. Intervalla gli esempi con domande retoriche: “è questo il mondo che vogliamo per i nostri figli?”. Dopo gli esempi, esprimi tutta la tua preoccupazione per l’assenza di limiti (che proprio il tuo “ragionare per assurdo” aveva tolto). Chiudi il video con una call to action dai toni catastrofisti.

Il paradosso della tolleranza

Se hai fatto tutto nel modo corretto, ora puoi postarlo. Blocca da subito i commenti, per evitare che possano svelarne le incongruenze o, peggio, intaccare il tuo capolavoro usando l’arma dell’ironia. Non posso assicurarti che raggiungerai queste inarrivabili vette con gli esempi della bambina-labrador o della coccinella-Salis. Però ora che conosci la tecnica puoi cimentarti anche tu nell’antica arte del messaggio paradossale. Karl Popper (che temo si rigirerà nella tomba, per averlo citato a proposito di questo video) scriveva nel 1945 del “paradosso della tolleranza”. Secondo l’epistemologo, una società che tolleri l’intolleranza è destinata a essere stravolta e successivamente dominata dalle frange intolleranti. La soluzione, per Popper, era di mettere fuori legge l’intolleranza. Come non accetteremmo l’apologia dello schiavismo o dell’assassinio dovremmo iniziare a non tollerare l’intolleranza. Ma per John Rawls, ossessionato dal tema della giustizia sociale, una società intollerante verso l’intolleranza risulterebbe inevitabilmente ingiusta. Mentre per Thomas Jefferson gli intolleranti andavano lasciati stare, come monumenti sicuri e sereni alla maturità di una società capace di tollerare persino un grave errore d’opinione. Che tu sia labrador, intersessuale o coccinella, inizia a correre. L’intolleranza sta arrivando.

Andrea Laudadio

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