Il nuovo anno
Scuola, il caso delle classi pollaio di Bologna: “Qui gli alunni li mettiamo nei container”
Non c’è spazio. Troppi studenti, poche aule. Sono 114.069 gli alunni bolognesi che in questi giorni si sono ritrovati sui banchi di scuola per il nuovo anno. Oltre 40 mila frequentano le superiori, le più affollate, dove il problema delle classi rimane ancora irrisolto. A farne le spese sono soprattutto le ‘prime’ la maggior parte delle quali divise in gruppi numerosi da 26 ai 29 alunni, che oltre a creare disagi al lavoro degli insegnanti e all’apprendimento dei ragazzi, rappresentano una difficoltà strutturale: non tutti gli istituti sono attrezzati per accogliere così tanti banchi, e spesso le scuole cercano il rimedio più semplice.
La soluzione più curiosa è stata adottata anche dal liceo Leonardo da Vinci a Casalecchio. Ha ampliato le strutture prefabbricate (i container), la maggior parte di 30 metri quadri, istallati per gli usi legati al Covid durante il pieno della Pandemia: “Ci sono quattro aule in fase di completamento, d’altronde l’alternativa era limitare gli accessi”, spiega la dirigente del Da Vinci Tiziana Tiengo a Repubblica. “Poi resta il problema della palestra, ne abbiamo 2 per 79 classi.
Portiamo i ragazzi in centri sportivi esterni ma è un disagio ogni volta”. Situazione simile al liceo Copernico, dove sono otto le classi ancora nei container. “Per fortuna sono molto funzionali – racconta la preside Vaccari in attesa di lavori del Polo dinamico rimasto bloccato per anni – caldi d’inverno, condizionati d’estate”.
Famoso è il caso toscano di Lucca, dove la storica sede del liceo di scienze umane “Paladini”, un ex convento, ha chiuso tempo fa per ristrutturazione senza riaprire. I lavori dovevano terminare nel settembre 2023, ma la scuola riaprirà le porte soltanto dopo natale. Così ai tanti alunni che hanno appena iniziato l’ultimo ciclo scolastico, non resta che augurare di trovare strutture più accoglienti.
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