Ha fatto discutere a lungo l’impossibilità di molti aspiranti docenti a partecipare al concorsone straordinario per la scuola partito a ottobre scorso. Le prime prove si svolsero ma un buon numero di docenti non potè partecipare perché bloccati a casa dal coronavirus o perché costretti alla quarantena. Il ministro Azzolina aveva detto che in questo caso non ci sarebbero state alcune alternative: chi c’è c’è, chi non c’è non c’è. Ma prima il Tar e ora anche il Consiglio di Stato hanno bocciato la tesi del ministro: chi era assente può recuperare il concorso con prove suppletive.

La vicenda era partita da un ricorso presentato dall’avvocato Guido Marone per una precaria di 53 anni di Lagonegro che avrebbe dovuto svolgere la prova il 29 ottobre scorso ma non potè presentarsi perché era in quarantena. La notizia fu rilanciata dal Mattino. La precaria fece ricorso al Tar e vinse. Ora le dà ragione anche la sesta Sezione del Consiglio di Stato.

Guido Marone, legale di Napoli che ha patrocinato il ricorso per il sindacato Uil, ha spiegato al Mattino: “Nonostante l’ostinazione del Ministero a non voler riconoscere un diritto così evidente il Consiglio di Stato ha confermato la nostra linea difensiva. A questo punto ci attendiamo un intervento del Ministero che possa garantire eguaglianza di diritti a tutti gli aspiranti docenti”.

Ora tutto il calendario, una volta che verrà ripresa la procedura concorsuale dovrà essere rivisto. Il Dpcm del 3 dicembre scorso ha sospeso tutte le prove concorsuali fino al al 15 gennaio del 2021. Basti pensare che solo in Campania i docenti che non hanno potuto sostenere la prova per motivi Covid sono 300, in tutta Italia, secondo le stime, sono 5mila su una platea di 64.563.

Redazione

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