La riforma degli Istituti Tecnico-Professionali, la cosiddetta 4+2 voluta dal Ministro Valditara, è stata approvata in prima lettura al Senato il 31 gennaio scorso. L’altro ieri il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha fornito i dati delle scuole ammesse alla sperimentazione: sono 171 gli istituti Tecnici e Professionali, per 193 corsi ammessi, per un totale di 1.669 iscrizioni. Tutte le regioni italiane sono rappresentate. I dati sono molto positivi. Quasi 1.700 tra ragazze e ragazzi potranno accedere a una formazione tecnico-professionale completamente innovata che romperà una vulgata tutta italiana: i Licei sono scuole di serie A, gli istituti Tecnico-Professionali sono scuole di Serie B. Premesso che già oggi nel nostro paese ci sono tantissime esperienze di Istituti Tecnico-Professionali di grandissima qualità, questa sperimentazione apre le porte ad un nuovo modello di scuola.

L’idea è quella di rafforzare il legame tra l’offerta formativa e il mondo del lavoro, creando una filiera organica con gli Its (Istituti Tecnologici Superiori) per formare lavoratori altamente qualificati. L’organizzazione della didattica sarà completamente diversa, con un rafforzamento dell’insegnamento nelle materie di matematica, di italiano e di inglese (con il fine di recuperare il gap registrato nell’ultimo rapporto Invalsi in queste materie), e una maggiore preparazione in quelle specialistiche, utilizzando una grande flessibilità didattica.

L’organico dei docenti dei 5 anni sarà impegnato sull’offerta formativa dei 4 anni senza nessuna riduzione. Con più insegnanti a disposizione, sarà possibile rafforzare la personalizzazione dell’istruzione. Verrà intensificata anche l’attività laboratoriale e saranno aumentate le ore di alternanza scuola-lavoro, perché sia facilitato l’inserimento degli studenti in settori altamente qualificati. Si prevede anche la promozione di accordi di partenariato per incrementare l’alternanza scuola-lavoro e i contratti di apprendistato. Grande attenzione verrà data alla internazionalizzazione e al rapporto con esperienze di altri paesi che adottano questo sistema da tempo.

Mi permetto di fare una considerazione alla luce della esperienza che porto avanti da sette anni con Didacta Italia: sono da sempre una grande sostenitrice della valorizzazione della formazione professionale e negli ultimi dieci anni di vita in Germania, patria del sistema duale, questo convincimento si è fatto certezza. Per questo sono molto dispiaciuta che l’opposizione parlamentare tranne Azione che ha votato a favore, e Italia Viva che si è astenuta, non abbia voluto cogliere l’essenza di questa riforma: dare maggiori opportunità a ragazze e ragazzi di costruire competenze sempre più specializzate e accedere a professioni sempre più necessarie in un mondo del lavoro in continuo cambiamento.

Tutti dovremmo essere d’accordo sul fatto che la scuola debba preparare i giovani al futuro, che non sono tutti uguali, che hanno talenti e caratteristiche diverse, ma tutti devono essere messi nelle condizioni di realizzare i propri sogni. Perché un ragazzo o una ragazza che vuole diventare un tecnico specializzato in cybersecurity o nelle nuove competenze sulla transizione ecologica, per fare solo degli esempi, non deve essere messo nelle condizioni di farlo? La scuola deve valorizzare le differenze, e un paese cresce se ciascuno trova il suo spazio nel mondo.

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Ho lavorato in tutte le istituzioni italiane: Assessora al Comune di Firenze, Presidente di Agensport - Regione Lazio, Deputata della Repubblica, Consigliera di tre Ministre della Repubblica. Dal 2016 sono Coordinatrice del Comitato Organizzatore di “Didacta Italia”, l’edizione italiana di “Didacta International” la Fiera della Scuola più importante del mondo che si svolge in Germania. Sono sposata con Ricarda Concia, criminologa tedesca, con cui vivo a Francoforte dal 2014.