Si torna in aula: per le famiglie è tempo di far quadrare i conti
Scuola più cara e niente 18App: una stangata per le famiglie, alla ripresa delle lezioni
Il Governo Meloni, fra i molti tagli, sceglie di eliminare anche i 500 euro destinati ai diciottenni: un vero e proprio sostegno alle famiglie, che è venuto meno.
Suona la campanella. Tempo di tornare in aula, dalla seconda settimana di settembre, in tutta Italia. Il momento dei preparativi, a partire dal primo, imprescindibile: far quadrare i conti. Compito complicato dalle preoccupazioni legate all’inflazione al galoppo dei prezzi al consumo. Le spese necessarie per l’acquisto di libri, diari, quaderni e zaini subiscono in questo 2023 una vera e propria stangata a causa dell’aumento dei costi.
Secondo i calcoli condotti dalle associazioni dei consumatori, in particolare Assoutenti e Federconsumatori, per affrontare il nuovo anno scolastico, ogni famiglia dovrà stanziare in media circa 1.200 euro per ciascun figlio. L’Osservatorio nazionale di Federconsumatori ha riscontrato un aumento medio dei costi del 6,2% rispetto all’anno precedente, con un incremento del 4% sul costo dei libri (dove comunque è possibile risparmiare circa il 26% scegliendo l’opzione dell’usato).
Nel dettaglio, una famiglia con un figlio che frequenta la prima media potrebbe dover affrontare una spesa di circa 488 euro per libri di testo e due dizionari, rappresentando un aumento del 10% rispetto al 2022. A questa cifra si aggiungono ulteriori 606,80 euro per acquistare oggetti come il diario, i quaderni, l’astuccio e la cancelleria, includendo anche i costi dei rifornimenti necessari nel corso dell’anno. L’ammontare totale arriva così a 1.095,20 euro. Nel caso di un alunno al primo anno di liceo, la spesa per libri di testo e quattro dizionari raggiunge i 695 euro circa, con un aumento del 2%. Considerando anche il corredo scolastico, la spesa totale si attesta a 1.302,60 euro.
A questi incrementi si aggiungono ulteriori aumenti nei costi. L’Unione nazionale dei consumatori ha analizzato i rincari relativi: si prevede un aumento del 4,3% per i libri scolastici, mentre i quaderni e le risme di carta, secondo gli ultimi dati Istat, hanno già subito un aumento del 9,2% rispetto all’anno precedente e del 17,2% rispetto a settembre 2021, quando i prezzi della carta hanno iniziato a salire a causa dell’aumento del costo dell’energia. Se andiamo in cartoleria, penne, matite ed evidenziatori hanno subito un aumento del 5,6% rispetto al 2022 e del 12% rispetto al 2021. Massimiliano Dona, presidente di Unione nazionale dei consumatori, sottolinea che il governo dovrebbe intervenire tempestivamente per affrontare il problema, proponendo un decreto che modifichi le attuali norme e consenta alle grandi catene di supermercati e alle piattaforme digitali di applicare sconti sui libri scolastici fino al 15% del prezzo di copertina. In passato, i ribassi potevano raggiungere il 25%, ma ora questa soglia non può essere superata. E se prima qualche misura valida per alleggerire le famiglie c’era, adesso neanche quella.
La soppressione di 18App, introdotta dal governo Renzi per permettere ai diciottenni di spendere 500 euro in libri scolastici nell’anno della loro maggiore età, è uno dei tagli del governo Meloni che toglie un sostegno utile alle famiglie. La maggioranza calcia la palla in tribuna. Colpa degli editori, che aumentano il costo dei libri, o dei rivenditori? Paolo Ambrosini, presidente di Ali Confcommercio (l’Associazione librai italiani), sottolinea che l’argomento del caro libri non è nuovo: è una costante in vista dell’inizio delle lezioni. Tuttavia, ciò che non cambia è il margine di profitto dei librai, in costante diminuzione negli ultimi anni.
Ambrosini sottolinea l’importanza di interventi di supporto alle famiglie, come detrazioni fiscali equiparate a quelle delle spese mediche e un aumento dei fondi per il diritto allo studio, portandoli dagli attuali 133 milioni di euro a almeno 170 milioni. Inoltre, è necessario adeguare il tetto di spesa per i testi scolastici in base all’inflazione, considerando che tale limite non è stato aggiornato dal 2012. Da tutti i settori dell’ambito educativo, compresi i librai, arriva un appello al governo affinché riesamini la politica di austerità nei confronti del sistema scolastico e dell’editoria didattica.
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