Scuola, tutti conto Valditara alla festa di AVS. Ma di docenti scarsi e programmi superati non si parla

GIUSEPPE VALDITARA MINISTRO ISTRUZIONE

“Se parlo di patria a un mio studente di 16 anni quello mi ride in faccia”, dice il professor Christian Raimo alla prima festa nazionale di Alleanza Verdi Sinistra a Roma. Patria è la parola, a quanto pare risibile, che Kamala Harris ha messo al centro della proposta politica democratica negli Usa. Sempre Raimo: “Quando Valditara dice che bisogna insegnare la cultura del lavoro anche alle elementari, io dico che è completamente fuori dalla storia”; “quello che dice il ministro è arrogante, cialtrone, lurido”; “serve una mobilitazione, non per la scuola, ma contro Valditara”.

Tutti contro Valditara

All’incontro, intitolato “Proteggiamo la scuola da Valditara”, interviene anche Luca Boccoli, portavoce dei Giovani Europeisti Verdi. Dice di aver fatto il rappresentante d’istituto e a giudicare dalla valanga di luoghi comuni sembra ancora fermo lì: “la scuola non deve istruire ma educare”; “l’Alternanza Scuola Lavoro è causa di morti”; “nel Governo c’è un piano premeditato per non far crescere la coscienza critica nei ragazzi” (Valditara è fuori dalla storia, ndr). Deve ancora metterci del suo la presentatrice, Luciana Cimino, che, citando la madre di uno degli studenti portati in questura per la manifestazione di Pisa, mette al centro la vera questione educativa: “Tra le cose che non abbiamo saputo insegnare… credo sia mancata la trasmissione delle pratiche di lotta ai ragazzi”. Che significa? “Significa anche insegnare a questi ragazzi – testuale – come difendersi dalle manganellate” (Valditara – maledizione – è fuori dalla storia! ndr).

I dinosauri

In video collegamento c’è l’eurodeputata Ilaria Salis. È proprio il suo argomento, e infatti c’è bisogno di lei per cogliere il punto, che non sono solo le manganellate, ma anche “le sospensioni del viaggio di istruzione” messe in atto dai dirigenti scolastici per punire i manifestanti. Deve ancora arrivare la deputata Elisabetta Piccolotti, moglie del segretario Fratoianni:Ho avuto la percezione del pericolo, in maniera sensibile, quando Valditara, tra le tante cose assurde, ha detto: ‘A cosa serve studiare i dinosauri?’ Quel giorno ho avuto paura perché dire questo significa non conoscere il piacere di studiare, la conoscenza per la conoscenza”. Racconta poi di come a suo figlio si siano illuminati gli occhi, quando nel libro ha visto per la prima volta i dinosauri. Invece per chi governa “si deve capire subito ciò che dovrai fare, perché ti devono insegnare solo le cose che servono al mercato del lavoro”.

Le scuse di Fratoianni

Dobbiamo supporre che la Piccolotti non abbia mai visto il sentimento di inadeguatezza e frustrazione di un quindicenne costretto a subire ciò che sopporta con impazienza e in cui, soprattutto, non riesce a trovare una forma di espressione di sé; né, si suppone, abbia visto il brillio degli occhi (proprio come quello di suo figlio) di un quindicenne che finalmente si gratifica per la riuscita di un’attività, magari manuale e magari legata al lavoro, che lo fa sentire adeguato e che vuole davvero imparare. Insomma, va a finire che la frase di Raimo (“Valditara va colpito come si colpisce la Morte nera in Star Wars”), tanto reclamizzata dal centrodestra con eccessi vittimistici, è la cosa più innocente e simpatica detta in quell’incontro. Il giorno dopo, Nicola Fratoianni, segretario del partito, deve scusarsi e spiegare che era una metafora: “Lo dico solo per evitare di trasformare in ridicolo una questione più seria”. La cosa seria quale sarebbe?

I veri temi

Coincidenza fortunata. Il giorno stesso arriva un sondaggio di Legacoop e Ipsos sulla percezione della scuola tra gli italiani (ne ha dato conto su queste pagine Francesco Rosati). Risultato: le due questioni critiche sono la scarsa motivazione dei docenti e i programmi di studio considerati superati. Eccola, la cosa seria. Ma vuoi vedere che i problemi concreti sono proprio questi, e la gente comune – fateci essere populisti, per una volta! – riesce anche a coglierli, a differenza di altri? Ma chi potrà metterli a tema, tra i ritorni al diario, i divieti e gli “addestramenti” di quelli e le manifestazioni, con “pratiche di lotta”, di questi? Urge un centro, un lurido centro.