60% dello spreco nelle case
Se fosse uno Stato lo spreco alimentare sarebbe il terzo più grande emettitore di gas serra
I dati riportati dal Food Waste Index delle Nazioni Unite, riguardanti lo spreco alimentare a livello mondiale non sono del tutto positivi. Infatti, secondo il report annuale, lo spreco alimentare ammonta a 900 milioni di tonnellate all’anno. Per avere un quadro più chiaro, con 900 milioni di tonnellate di cibo si riempirebbero 23 milioni di camion da 40 tonnellate che messi in fila, secondo Richard Swannell direttore di Wrap un organizzazione benefica per la sostenibilità delle Nazioni Unite, “23 milioni di camion messi in fila da paraurti a paraurti, sarebbero abbastanza per fare il giro della Terra sette volte“.
L’aumento di spreco alimentare è causa anche del fatto che prima era un problema che riguardava solo i paesi più ricchi, dove la popolazione comprava più del dovuto. Oggi invece è l’intera popolazione mondiale che butta via il cibo perché non consuma tutto quello che compra. La maggior parte della perdita avviene nelle case, dove si verifica il 60% dello spreco, mentre nei ristoranti il cibo che viene buttato è del 17%. Con l’arrivo della pandemia però la percentuale è in diminuzione in quanto le persone hanno iniziato a programmare meglio le loro spese e anche a consumare prima tutto quello che avevano o che stava per scadere, prima di uscire per rifare la spesa.
Swannell ha sottolineato: “Il cibo sprecato è responsabile dell’8-10% delle emissioni di gas serra, quindi se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe il terzo più grande emettitore di gas serra del pianeta“.
Sono in molti che stanno cercando di sensibilizzare la popolazione e rendere tutti più consapevoli del problema reale causato dall’intera popolazione. La cuoca televisiva britannica Nadiya Hussain, sta lavorando a questo progetto di “educazione” insieme a Wrap offrendo suggerimenti e ricette avanzate tramite la piattaforma social Instagram. In Italia invece, lo chef stellato modenese Massimo Bottura, è stato nominato dal The United Nations Environment Programme, ambasciatore di buona volontà “nella lotta allo spreco e alla perdita di cibo“. Inoltre, durante il lockdown insieme alla sua famiglia ha ideato un programma chiamato Kitchen Quarantine, in cui registrava dei video per incoraggiare le persone a “vedere il potenziale invisibile” in ogni ingrediente.
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