Se il Parlamento avesse residenza a Milano, dove c’è la Procura della repubblica più occhiuta e vorace d’Italia, il fascicolo sui bonus da seicento euro percepiti da qualche deputato o senatore sarebbe già aperto sulla scrivania di un coraggioso sostituto. E non è escluso che il fattaccio stia per accadere, visto che sarebbero 2000 complessivamente gli esponenti politici ad aver fruito dell’aiuto di Stato, sparsi un po’ in tutta Italia, tra consigli comunali e regionali. E se ancora non è intervenuta la magistratura, qualcosa di molto simile è accaduto all’interno dell’Inps. Tanto che stiamo assistendo alla più colossale schedatura di massa della politica ad opera di un organismo burocratico e lottizzato, dall’era democristiana fino a quella grillina. Per ricordare qualche cosa di simile, occorre riandare con la memoria ai fatti di Tangentopoli. Tridico come Borrelli?

Non si capisce proprio a quale titolo la “Direzione centrale antifrode, anticorruzione e trasparenza” dell’Inps, un organismo voluto e istituito dal presidente Pasquale Tridico, abbia eseguito una ricerca sui pubblici amministratori, incrociando dati sensibili e verificando quanti di loro avessero fatto richiesta per ottenere il bonus. E infine, fatto ancora pià grave, una volta appurato che nessuno di loro aveva commesso un reato o attuato una frode, non abbia archiviato la pratica, ma abbia reso pubblica una (finta) notizia coperta da rigoroso diritto alla privacy.Tra l’altro, non prevedendo il provvedimento del governo sul bonus alcun limite di reddito per aver diritto a riscuotere i seicento euro, qual è il motivo di questo polverone, se non lo sputtanamento del Parlamento e dell’intera classe politica?  Il presidente grillino Tridico dovrà ben dare una spiegazione, soprattutto perché, secondo quanto scritto dal Corriere della sera, la notizia risale a metà maggio, quando la direttrice della Direzione antifrode dell’Inps avrebbe avvertito il presidente dell’esistenza delle domande dei politici.

Tre mesi dopo viene fatta scoppiare la bomba, scatenando sanguinosi processi di piazza, con sentenze già scritte, all’interno degli stessi partiti, con una caccia alle streghe da far impallidire quelle del Seicento. Purtroppo quel che sta succedendo in questi giorni dà la misura della pochezza di gran parte della classe politica che i partiti hanno portato in questo Parlamento, e anche nelle amministrazioni locali. Nessuno che rivendichi la nobiltà della politica o l’orgoglio di stare nelle istituzioni a rappresentare il popolo italiano. Tutti lì a farsi fare l’esame del sangue da quattro burocrati di partito miracolati da pochi clic sulla piattaforma Rousseau. Consiglieri comunali costretti all’autodafè e a spifferare pateticamente i propri redditi annui. E anche le voci più critiche su questa colossale gogna si sentono in dovere di premettere che comunque è una vergogna e che vogliamo sapere i nomi dei reprobi.

Ma a che cosa serve sapere i nomi, dal momento che nelle pratiche Inps non c’era nulla di irregolare? A farci sentire più virtuosi perché noi non l’avremmo mai fatto? A dire che è immorale essere avidi e volere tutto fino all’ultima briciola, soprattutto quando si ha, come i parlamentari, già una buona entrata? E quando avremo impiccato al palo più alto due o tre poveretti di cui nessuno vuol sentire le ragioni, perché quando si alzano le forche le sentenze di morte sono già scritte, non avremo comunque scritto una bella pagina di storia repubblicana. Per almeno due motivi.

Il primo, perché avremo semplicemente scoperto (o confermato) il fatto che abbiamo mandato in Parlamento rappresentanti selezionati con il criterio di uno-vale-uno, cioè persone prive di competenze e anche di rigorosi principi. E poi che, quando si svalutano gli organi rappresentativi fino al punto di attribuire agli enti burocratici come l’Inps il controllo della moralità dei politici, vuol dire che siamo molto vicini alla volontà di distruggerlo, il Parlamento, non solo di ridurre il numero dei suoi componenti. E tra poco saremo chiamati a un referendum molto delicato il cui risultato non avrà solo a che fare con un problema di sforbiciate. Ricordiamocelo.

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Politica e giornalista italiana è stata deputato della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura.