Mercoledì scorso è stato un giorno di grande festa per Marco Travaglio, uno di quelli da incorniciare: a Bruxelles hanno pubblicato l’ultimo documento della Commissione europea per «la valutazione dei progressi in materia di riforme strutturali, prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici». Nelle 106 pagine della relazione in cui è descritto lo stato di salute dell’Italia in vista del prossimo semestre, l’attenzione del Fatto si è concentrata ieri, con ben due articoli, sulla paginetta dedicata a “giustizia e corruzione”. “L’Europa plaude a Bonafede: La bloccaprescrizione è ok”, il titolo del pezzo con cui si riportavano le considerazioni sul punto degli euroburocrati. “Prescrizione, tutti cretini pure nell’Ue?”, quello del commento a supporto dell’ex procuratore di Torino, Giancarlo Caselli.
Il motivo dell’eccitazione del quotidiano romano è semplice: in poche righe i signori di Bruxelles hanno raccontato il meglio dell’armamentario grillino sulla giustizia. Ad iniziare dal plauso alla «positiva riforma che interrompe il decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado». Dalla lettura dei testi utilizzati dalla Commissione per stilare la relazione, si scopre però che in tema di giustizia penale l’unica fonte citata è il rapporto 2019 del procuratore nazionale Antimafia ed antiterrorismo. Segue la relazione dell’Anac e, per quanto attiene al settore della giustizia civile, l’annuario statistico 2019 della Corte di Cassazione. Tutto qui. In compenso, i fan europei del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per giustificare le loro tesi danno grande spazio ai “sondaggi d’opinione”.
Il primo è quello di “Eurobarometro Flash”, un sondaggio prodotto dalla stessa Commissione europea e basato su interviste telefoniche effettuate in un lasso di tempo breve e su un argomento specifico. A seguire c’è quello di Transparency International, l’ong tedesca che da anni pubblica sondaggi sulla corruzione “percepita” e ci pone su questo aspetto fra i Paesi peggiori del pianeta. Secondo un sondaggio del 2018 riportato nella relazione, l’Italia sarebbe in una situazione peggiore di quella in cui versava Gotham City prima dell’arrivo di Batman e Robin. «Il 91% delle imprese ritiene che la corruzione sia diffusa, l’81% che incida sugli appalti pubblici gestititi dalle autorità nazionali e il 77% da quelli locali», si legge a pagina 66. Per fortuna, però, la realtà e ben diversa dalla percezione di Transparency: secondo gli ultimi dati disponibili, ricordati anche recentemente dal presidente delle Camere penali, i processi per corruzione sono pochi. Segno evidente che la realtà di quello che accade nei tribunali è ben diversa dalla percezione, amplificata ad arte, che giustifica la vulgata grillina secondo cui le opere pubbliche, delle calamite per il malaffare, siano tutte da bloccare.