“Pensandoci bene, apparteniamo anche noi alla medesima storia, che continua attraverso i secoli! Non hanno dunque una fine i grandi racconti?”. “No, non terminano mai i racconti”, disse Frodo. “Sono i personaggi che vengono e se ne vanno, quando è terminata la loro parte. La nostra finirà più tardi… o fra breve”. Ed è proprio la storia che torna, che crea intrecci, misteri, che pesa come un macigno e condiziona il presente, senza una fine, la protagonista assoluta di “Segnali in codice”, romanzo di esordio di Gabriele Barberis, edito da Sem.

Un thriller a sfondo politico ambientato ai nostri giorni ma con radici profonde negli anni di Piombo. C’è Luca, simbolo della precarietà ma anche del disagio contemporaneo, un giovane che passa da un lavoro instabile all’altro, figlio di un potente finanziere, che ha lasciato la moglie per una donna più giovane. Luca, che grazie alla fidanzata, prototipo della contestatrice radical-chic, diventa un cronista d’inchiesta tanto da scoprire un documento che potrebbe potenzialmente minare le basi dello Stato italiano. Ci sono le contestazioni del 1977 all’università La Sapienza, la violenza politica, la morte di un poliziotto. Il segreto che unisce Freddy, oggi celebre giornalista di talk show e Cesare Fontanelli, oggi potentissimo e controverso deputato.

Segnali in Codice è un romanzo che si legge tutto d’un fiato. Pagine che alludono, che interrogano, che mescolano fantasia e realtà, che fanno interrogare su quegli anni ancora avvolti nel mistero, sui possibili segreti che lo Stato e i suoi apparati custodiscono ancora gelosamente.
Gabriele Barberis, nel suo esordio da romanziere, riesce a far emergere le contraddizioni del nostro Paese e questo legame indissolubile fra l’oggi e l’ieri che ancora condiziona la politica.

Gli addetti ai lavori lo conoscono per il rigore, l’educazione sabauda e lo spirito liberale con cui svolge il suo ruolo di caporedattore politico de Il Giornale e in effetti, Segnali in codice risente molto della conoscenza profonda che l’autore ha della politica, che rivela soprattutto nella descrizione di Cesare Fontanelli, ma allo stesso tempo, mostra il guizzo di fantasia del sognatore che non ti aspetti.

Un libro che contiene dentro la rassegnazione di fronte a una storia i cui segreti non saranno mai davvero svelati ma anche la critica di come in fondo, i protagonisti della stagione di violenza di ieri sono parte del gotha intellettuale e politico di oggi. Un romanzo ma anche un racconto denso di allusioni, segnali in codice che poco hanno a che fare con l’immaginazione.