Come si suol dire, l’influencer Chiara Ferragni attira l’attenzione di molti cittadini –non soltanto italiani – sia nel bene che nel male: l’ultimo episodio nella sua saga mediatica, che è anche saga esistenziale a motivo dell’utilizzo pervasivo dei social network per rappresentare e – perché no? – vendere la sua vita e la sua immagine, risale alla partecipazione domenica scorsa al talk show “Che Tempo Che Fa” presentato da Fabio Fazio. L’intervista ha di fatto raccolto ascolti eccezionali per la trasmissione e per l’emittente Nove. In maniera coerente con lo stile di Fazio non è stata un’intervista dai toni aggressivi, ma direi che i temi salienti sono stati tutti – o quasi – menzionati nelle domande e nelle risposte. Faccio due confessioni sul punto: nei mesi scorsi ho sottostimato (sbagliando) gli ascolti che Fazio sta ottenendo su Nove e, nella fattispecie, non ho visto in diretta l’intervista cogliendone però spizzichi e bocconi dai commenti giornalistici e di utenti vari sui cosiddetti social, e in particolare su su “X fu Twitter” (ripetendo la felice definizione di Enrico Mentana).

Ho ovviamente rimediato ieri guardando l’intervista in differita e devo dire che mi trovo largamente in disaccordo con le reazioni eccessivamente negative che ho potuto leggere o ascoltare nei giorni precedenti: sotto il profilo mediatico Chiara Ferragni è stata piuttosto efficace, specialmente a motivo del fatto di mostrare senza ostentare la propria fragilità come reazione umana al momento difficile che sta attualmente vivendo. Non ho nemmeno riscontrato quell’eccesso di semplicità nelle risposte che è stato riscontrato da alcuni commentatori più o meno spocchiosi, soprattutto tenendo conto del fatto che il florilegio barocco delle proposizioni subordinate va bene ed è piacevolissimo in Marco Tullio Cicerone e Marcel Proust (peraltro: mia paletta personale con voto 10 a Proust!), mentre mal si accorda con le dinamiche televisive, ovvero con la prontezza decisionale della mano dei telespettatori sul telecomando al fine di cambiare canale in caso di noia strabordante.

L’incipit sensato e intelligente di Chiara Ferragni è consistito nel rimarcare come il suo momento personale difficile sia poca cosa rispetto alle tragedie che accadono nel mondo: come darle torto? D’altra parte, lo schema della tragedia greca, il quale si basa sulla sequenza drammatica della tracotanza che si trasforma nel pericoloso accecamento, qui sembra avere avuto una salutare interruzione, nel momento in cui l’imprenditrice digitale e influencer sembra essersi resa pienamente conto di quelli che lei definisce “errori di comunicazione”, e dei profili legali connessi, cioè la pesante multa comminata dall’Autorità Antitrust per pubblicità ingannevole.

L’altra notizia rilevante di carattere personale è quella relativa alla crisi sentimentale tra lei e il marito Federico Lucia, in arte Fedez, e anche di questo si è ovviamente parlato nell’intervista da Fazio, pur dedicandogli uno spazio minore rispetto alle vicende “commerciali”. Nel conteggiare manzonianamente i commenti positivi e negativi su Chiara Ferragni, con ovvia preponderanza dei secondi nell’ultimo periodo, sarebbe buona cosa prestare orecchio al saggio detto latino del “ne quid nimis”, il quale ci suggerisce di evitare qualcosa di eccessivo sia da un lato che dall’altro. Pur avendo personalmente ragionato e commentato in pubblico intorno agli aspetti ingannevoli della comunicazione della Ferragni sulla beneficenza collegata ai pandori Balocco (se la beneficenza è una somma fissa già elargita, non devi far credere che l’ammontare donato cresca con il numero dei pandori venduti), qui non posso che notare l’inelegante, tendenzialmente inefficace e largamente noioso accanimento di commentatori come Selvaggia Lucarelli, la quale dalle colonne del Fatto Quotidiano nuovamente prende di mira Chiara Ferragni, e nella fattispecie la sua ultima performance televisiva.

Attenzione: anche nell’ambito dei commenti critici – pur inizialmente giusti – può instaurarsi l’antica e preoccupante sequenza della tracotanza e dell’accecamento, che in questo caso si conclude con la nera paletta del tedio piantata nel cranio di chi si imbatte nell’ennesimo commento negativo della signora Lucarelli su Chiara Ferragni. Passando gaiamente da Charles Baudelaire a Silvio Berlusconi, si può ben dire che se Lucarelli Selvaggia vedesse Ferragni Chiara camminare evangelicamente sulle chiare et fresche et dolci acque, la Lucarelli concluderebbe spietatamente che la Ferragni purtroppo non sa neanche nuotare.