È stato trovato poco dopo l’una di notte, in un’area verde abbandonata a Senago nel Milanese, il corpo senza vita di Giulia Tramontano. La 29enne, incinta al settimo mese, era scomparsa dalla sua abitazione tra sabato e domenica 28 maggio. Le ricerche erano iniziate dopo l’allarme dato dal suo compagno Alessandro Impagnatiello. 

Nella notte tra il 31 maggio e l’1 giugno il drammatico epilogo: il cadavere è stato ritrovato all’interno di un’area abbandonata a Senago, a poche centinaia di metri dall’abitazione. Alessandro Impagnatiello, indagato per omicidio aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso, ha confessato nel corso della notte dopo un lungo interrogatorio nella caserma dai Carabinieri. Ascoltato dal pm Alessia Menegazzo, titolare delle indagini con l’aggiunto Letizia Mannella, avrebbe ammesso di aver ucciso la giovane donna e tentato di bruciarne il cadavere. Al momento è stato sottoposto a fermo e trasferito nel carcere milanese di San Vittore. La convalida arriverà nelle prossime ore.

Uccisa a coltellate, sul corpo segni di bruciature

Secondo fonti investigative l’uomo avrebbe ucciso la fidanzata con almeno due coltellate al termine di una lite avvenuta in casa, poi ha cercato di bruciare il corpo senza però riuscirci. Successivamente avrebbe trasportato il cadavere nell’intercapedine di via Monterosa nel bagagliaio della sua macchina, una T-Roc bianca dove sono state rinvenute tracce di materiale organico. Il movente sarebbe legato alla doppia relazione con la collega barista.

Dopo l’omicidio sente l’amante (“Se ne è andata, sono libero”)

Impagnatiello dopo aver ucciso la fidanzata avrebbe tentato di incontrare, sempre nella serata di sabato 27 maggio, l’altra donna con cui aveva una relazione. Secondo quanto emerge nelle indagini, l’uomo l’avrebbe contattata dicendole che la compagna se ne era “andata” e che lui era un “uomo libero“. Avrebbe addirittura screditato Giulia Tramontano, sostenendo che “quel figlio che aspetta non è mio“. Circostanza non vera. L’amante – così come emerso nelle indagini – spaventata, ha deciso di non incontrarlo.

La scomparsa

La prima ad allarmarsi è stata la mamma in Campania (la giovane era originaria di Sant’Antimo, comune a nord di Napoli), abituata a ricevere la telefonata della figlia tutte le domeniche e nei giorni di festa. Ma domenica mattina Giulia non la chiama, anzi ha il cellulare spento. Più probabilmente in modalità offline senza connessione dati e senza linea telefonica. Sabato sera avrebbe mandato un messaggio a un’amica dicendo di essere turbata dopo la discussione avuta con il compagno.

La giovane, che lavorava in un’agenzia immobiliare, è originaria della provincia di Napoli ma risiedeva da cinque anni a Senago, nel Milanese.  Secondo le prime ricostruzioni la giovane era viva e stava bene fino alla prima serata di sabato, quando è stata immortalata da alcune telecamere.

La lite con il fidanzato

Poche ore prima del ritrovamento del corpo do Giulia, era emerso dalle indagini un particolare rilevante. La ragazza aveva scoperto il tradimento del suo fidanzato Poche ore prima Giulia aveva scoperto il tradimento dell’uomo con un’altra donna, anche lei incinta e costretta a interrompere la gravidanza.

I rapporti tra la famiglia di Giulia, la 29enne incinta al settimo mese, scomparsa sabato 27 maggio da Senago, e quella del fidanzato erano già compromessi da tempo. Ma probabilmente è stata la scoperta di una relazione parallela la ragione del violento litigio verbale di sabato sera antecedente la scomparsa.

 

Alessandro Impagnatiello lavora come barman all’Armani Bamboo di via Manzoni a Milano. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, la sera della scomparsa la ragazza avrebbe scoperto la relazione di Impagnatiello con una collega americana che lavora con lui, anche lei incinta.

 

Redazione

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