Era stato inviato da Plinio il Vecchio per soccorrere le popolazioni dei centri e delle ville affacciate sul Golfo di Napoli e coinvolte nell’eruzione del Vesuvio che ha sepolto Ercolano, ma la colata di materiale piroplastico l’ha investito in pochi istanti, cristallizzando per sempre il suo atto di altruismo: gli scavi archeologici continuano a stupire, con l’ultimo ritrovamento, grazie a una ricerca firmata dal direttore Francesco Sirano, di un uomo in divisa conservato in perfetto stato insieme alle armi e agli strumenti da lavoro che portava in spalla.

Il furore del vulcano l’ha scaraventato a terra e lo ha ucciso in pochi secondi, la faccia affondata nella sabbia, le braccia piegate in avanti in cerca di un appoggio. Lo scheletro protagonista di questa storia, classificato con il numero 26, è stato ritrovato con le tracce dell’armatura e di una bisaccia, una sorta di zainetto a forma quadrangolare, che conteneva piccoli attrezzi da carpenteria. Attorno alla vita un ricco cinturone in cuoio ricoperto da lamine di argento e oro, da cui pendeva una spada anch’essa decorata e dotata di una impugnatura in avorio.

Sull’altro lato del corpo un pugnale. Accanto al cadavere un gruzzolo di monete, in tutto 12 denari d’argento e due d’oro, una somma che all’epoca corrispondeva allo stipendio mensile di un pretoriano. Le analisi sulle ossa hanno rivelato che si trattava di un uomo tra i 40 ed i 45 anni. Gli archeologi sono tornati sull’antica spiaggia per completare le ricerche avviante quarant’anni fa, negli anni ’80, quando furono ritrovati in quella zona circa 300 fuggiaschi che cercavano riparo dai lapilli.

Scavi che serviranno alla conservazione del sito archeologico patrimonio dell’umanità, ma che aiuteranno anche a riportare alla luce nella sua completezza l’antico percorso che dalla spiaggia conduceva alla maestosa Villa dei Papiri. A rivelare i dettagli della scoperta all’Ansa è lo stesso direttore Sirano: potrebbe trattarsi di un militare della marina arrivato per soccorrere i disperati di Ercolano, da ore ammassati a centinaia sulla spiaggia e dentro ai fornici che normalmente venivano usati per il ricovero delle reti e degli attrezzi da pesca. E che invece non ce l’ha fatta, vittima di un uragano bollente che alla velocità di 100 chilometri orari ha inghiottito tutto e tutti, trascinando anche decine di corpi in mare.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.